Si sono incontrati stamattina a Reggio Calabria per la prima volta, ma hanno intenzione si rivedersi ancora e andare fino in fondo, fare fronte comune, condividere esperienze e individuare situazioni per uscire da un momento difficile: sono i rappresentanti dei comuni calabresi che stamattina hanno incontrato la stampa nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio capeggiati dal primo cittadino di Reggio, Demetrio Arena, affiancato dal collega di Catanzaro, il neoeletto Sergio Abramo, e dal sindaco di Vibo Valentia, Nicola D’Agostino. Al tavolo era presente anche l’Assessore al Bilancio del Comune di Cosenza, Luciano Vigna, in rappresentanza della città bruzia. Gli esponenti politici e istituzionali hanno promesso di allargare il loro tavolo anche agli altri comuni calabresi, compresi quelli minori. Nel corso della conferenza stampa hanno illustrato una situazione da cui vogliono assolutamente venir fuori. Abramo ha spiegato che “abbiamo tutti problemi comuni e vogliamo dire la nostra a livello nazionale, unirci per fronteggiare disagi che sono di tutti gli enti locali. Se continueranno ad esserci questi tagli, i comuni non potranno più offrire servizi alla collettività. Dobbiamo dialogare con il governo. I comuni si uniscono su questa problematica generalizzata, e poi ci uniremoanche sulle singole problematiche. Uno dei principali problemi dei comuni capoluogo è quello delle partecipate, spesso sono strapiene di personale. Ma di questo entreremo meglio in merito nel corso dei nostri incontri“. D’Agostino ha detto che “i problemi sono ormai arcinoti, però forse ancora almeno a Vibo qualcuno ci contesta di non averli comunicati bene. Spesso sono problemi che si sono accumulati nei decenni. A Vibo stiamo rivisitando i residui attivi, non è possibile avere 40-50 milioni di residui attivi non riscossi e poi non poter spendere mille euro per le politiche sociali in un comune di 34 mila abitanti. Stiamo dismettendo parte del patrimonio comunale a causa del buco di bilancio provocato dalla rinuncia a una parte di quei residui attivi che erano assolutamente inesigibili. Il problema non è che si spende troppo, abbiamo diminuito in 3 anni di 600 mila euro le spese del personale. Il problema è quello delle entrate, che vengono messe lì ma non riusciamo mai a riscuoterle perchè gli uffici delle entrate sono state sottovalutate. Stavolta a Vibo abbiamo creato un assessore che si occupa delle entrate. Abbiamo una percentuale di riscossione bassa, dobbiamo abituare i cittadini a pagare i tributi“.
Vigna ha detto che “i conti del comune di Cosenza sono ben noti e non sono certo positivi. In tanti comuni i consiglieri di opposizione inneggiano ai dissesti finanziari, forse non sanno cosa significa portare un comune capoluogo al dissesto finanziario, significa stravolgere l’intera economia cittadina. I resuidi attivi esistono perchè la spesa probabilmente è andata oltre quelle che erano le entrate. Ogni comune soprattutto dal 2003/2004 in poi, alla luce dei tagli del governo, non ha cambiato il suo sistema di spese. I servizi sociali del Comune di Cosenza potrebbero fare invidia ai Paesi del nord Europa, ma dietro questi servizi ci sono tanti posti di lavoro. All’inizio degli anni ’90, nel periodo di vacche grasse, il comune di Cosenza aveva 30 miliardi di lire sul suo conto corrente. Oggi se avessimo zero euro saremmo felicissimo e ci metteremmo la firma. Oggi abbiamo duemila persone di indotto su 66 mila abitanti, è una parte importante del Pil, abbiamo creato aspettative importanti e adesso ci troviamo davanti a un bivio: tagliare e rinunciare alle nostre attività, o rimboccarci le maniche, modificare e cambiare la tendenza, ed è quello che abbiamo fatto. La prossima settimana approviamo il bilancio di previsione che rappresenta il cambio di marcia. Il problema chiave dei comuni calabresi è quello di riuscire a mettere sullo stesso piano d’equilibrio i costi e le entrate, in una logica di cassa. Se non si raggiunge quest’equilibrio parleremo sempre di residui e dei soliti problemi; è importante tenere conto della nostra specificità. I comuni, rispetto anche al centro/nord, sono un’esigenza primaria di una realtà sociale che ha un reddito pro capite di molto inferiore e si rivolge alle istituzioni primarie come il comune“.
Arena ha poi aggiunto che servono “trasparenza e chiarezza, la gente deve sapere. Noi abbiamo dovuto ripulire i residui attivi alla luce di una serie di controlli dovuti a un dibattito politico negli anni. Ma c’è una legislazione folle e contraddittoria, che ci dice che non possiamo tagliare per legge i residui attivi anche se sono inesigibili, perchè sarebbe un creare un danno all’ente. Dobbiamo raccogliere i cocci di un sistema-Paese che oggi crolla dopo decenni in cui è stato male amministrato. Uno stato che crolla nel sistema tributario e fiscale, che non ha mai combattuto l’evasione fiscale e ha una pressione con tasse folli, prima o poi deve trovare una soluzione. Tutti dobbiamo svolgere un ruolo importante. Per coprire il deficit serve la dismissione. E’ quello che ci dice il premier Monti. C’è anche una norma che prevede la dismissione. L’esepio di Cosenza è eloquente: la maggioranza ha deciso di salvare il comune dal dissesto, ora che è stato eletto il centro/destra dopo decenni di amministrazioni di centro/sinistra: Sindaco e consiglieri avrebbero potuto dire che c’era un buco di non so quante decine di milioni di euro, com’è in effetti, ma non l’hanno fatto. Hanno preferito tutelare l’integrità dell’ente e della città. Non devono esserci speculazioni e demagogie, che sommano i problemi. Il problema non è di dialettica politica, ma di danni concreti quotidiani, perchè per un anno e mezzo “default”, “no n’è una lira” ecc. ecc. serve responsabilità, anche da parte di chi amministra, e deve dire le cose chiare. Io già l’ho fatto con l’Atam. La realtà è che dovremmo scrollarci di dosso il Patto di Stabilità, che è un sistema aberrante. La nuova delibera della Corte dei Conti? Non dice nulla di nuovo, conferma scadenze già note da tempo“.
Sulla questione della dismissione dei beni immobili, l’Assessore Vigna ha spiegato che “la vendita del patrimonio comporta il risanamento dell’ente“.
In conclusione, Abramo ha detto che “siamo sindaci su alcuni territori che sono bombe sociali. Il comune di Catanzaro ha sforato il patto di stabilità e al bilancio abbiamo tutte le voci a zero. Stiamo tagliando la mensa nelle scuole. Abbiamo un problema in tutti gli enti locali, il deficit è di tutti i comuni d’Italia, anche quelli piccoli. I piccoli comuni non riescono a cambiare neanche un tubo di 20 metri per l’acqua, perchè non hanno fondi! Dobbiamo fare le verifiche antisismiche, ma con quali soldi? A Catanzaro abbiamo 60 scuole, se ce ne sono 40 fuori norma che faccio? Chiudo tutte le scuole? Con quali soldi? Dobbiamo solo pregare che non arrivi il terremoto. Il Governo crede che gli enti locali vadano tagliati. Dobbiamo fare le nostre proteste tutti uniti, abbiamo già pagato abbastanza. I Governi taglino le auto blu, non gli enti locali“.