Il gioco del lotto e lo stato biscazziere

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    di Kirieleyson – Il gioco del lotto è probabilmente il gioco d’azzardo più conosciuto in Italia;  per tanto tempo è stato anche quello  più praticato e quindi anche quello che ha provveduto, più di tante altre tasse e  balzelli,  ad alimentare le casse dello stato.

    Le lotterie sono nate molto tempo prima della costituzione dello stato unitario nazionale e si diffusero, anche se con modalità diverse,  nei vari stati della penisola, nonostante la Chiesa lo ufficialmente lo avversasse,  minacciando addirittura di scomunica chi ne rimaneva coinvolto.

    Archivio di Stato di Roma, Bandi, Busta 468 – Estrazione del 9 novembre 1805.

    Ma con il tempo anche il papa si accorse che con il gioco si poteva fare cassa e così, nel 1731, autorizzò una forma di lotto nello stato pontificio, destinandone però i proventi alla realizzazione di opere pubbliche.

    Le prima forma di lotteria pare sia nata nel ‘500 a Genova, dove l’argomento  della scommessa consisteva nel prevedere i  5 componenti  della nobiltà che sarebbero stati eletti  per far parte del Serenissimo  Collegio.

    A Torino, un secolo dopo, fu inventato il “Lotto delle zitella”, nato con l’encomiabile proposito di fornire di una dote alle ragazze nubili appartenenti alle famiglie più povere:  infatti ogni numero era abbinato ad una ragazza (potrebbe essere  una magnifica  idea per qualche cultore della materia,  nell’organizzazione della prossima  “cena elegante”).

    Roma, Collezione privata. – Lotteria del Regno d’Italia, ricevute 1872-1874

    C’è da dire che quegli eventi si tenevano una volta l’hanno. Ma in epoca più  recente, esattamente nel 1863, lo stato unitario decide di modernizzare il gioco del lotto e renderlo più redditizio per le sue casse: infatti scelse   otto grandi città del regno, equamente  distribuite sul territorio, nelle quali si sarebbero tenute settimanalmente le  estrazioni.

    Nel 1939, lo stato fascista,  probabilmente in previsione della imminente entrata in guerra e della necessità di nuovi fondi, estese ad altre due città (Cagliari e Genova) detto privilegio, portando a dieci le estrazioni settimanali nel Paese.

    Ma anche lo stato democratico, come quello teocratico, quello unitario e quello demenziale,  escogitò  qualche anno un altro espediente su  come aumentare sensibilmente il gettito del gioco: raddoppiò  il numero delle estrazioni settimanali, da una a due.

    Così, da una parte, invita i cittadini a giocare sempre più spesso e, dall’altra, si fregia dello slogan  “gioca responsabilmente” ed il meno istituzionale “gioca con moderazione”.

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