Rosy Bindi da un lato, Scilipoti dall’altro. Pd e Pdl calabresi sono tutti scontenti per le discutibili scelte imposte dall’alto. I partiti hanno deciso dopo polemiche e trattative, tensioni e attese, tira e molla infiniti. E così sarà: Rosy Bindi capolista alla Camera per il Pd, Scilipoti al 6° posto al Senato nel Pdl. La prima è certa di uno scranno a Montecitorio, il secondo riuscirà a conquistare un posto a Palazzo Madama solo se la coalizione del centro/destra in Calabria arriverà prima, vincendo il premio di maggioranza regionale. La base dei due principali partiti è scontenta, avrebbe preferito volti nuovi, espressione del territorio, apprezzati dalla gente. Invece no: i partiti hanno deciso, e così sarà. E’ la politica. E la politica prevede anche il solito copione, patetico e scontato: da domani assisteremo a continui attacchi trasversali con il Pdl a dire che il Pd candida Rosy Bindi offendendo la Calabria, e il Pd a dire che il Pdl candida Scilipoti e ingiuria i calabresi. Sarebbe meglio che se lo dicessero ognuno a se stesso così siamo a posto e tante grazie senza perdere tempo. Ma qualche fiore nel deserto c’è. Stiamo parlando di Pd e Pdl, e allora possiamo citare Demetrio Battaglia e Rosanna Scopelliti, entrambi reggini, entrambi alla prima volta in parlamento, entrambi volti sani e puliti della politica (il primo) e della società civile (la seconda) calabrese. Siederanno in parlamento al 100%, perchè Battaglia è al 5° posto alla Camera che in ogni caso (vittoria o sconfitta) gli consentirà di entrare a Montecitorio, mentre Rosanna Scopelliti è addirittura la n°2 sempre per la Camera del Pdl, anche qui certa dell’elezione anche in caso di sconfitta. E poi ce ne sono anche altri, di ogni partito e movimento. Ci sono figure le cui idee sono certamente discutibili, ma è indiscutibile la loro onestà, la loro passione, la loro identità territoriale come Patrizia Uva per Fiamma Tricolore e Laura Cirella per Sel. E’ difficile, quasi impossibile che riescano ad entrare in parlamento, ma sono lì e chi dovrà essere eletto deve deciderlo la gente. Poi c’è Dalila Nesci: ha soli 26 anni e dell’elezione a Montecitorio è certa in quanto capolista del Movimento 5 Stelle. C’è anche Antonio Barile, Sindaco di San Giovanni in Fiore, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta e vittima di decine di attentati e atti minatori negli ultimi due anni, da quand’è stato eletto primo cittadino del centro silano, mai amministrato prima da un sindaco di centro/destra. E’ all’ultimo posto del Pdl al Senato, in molti l’avrebbero voluto vedere qualche posizione più su, magari al posto di Scilipoti, ma comunque c’è. Sicuramente ci stiamo dimenticando di qualcuno, ma avremo modo e tempo nei prossimi giorni di spulciare meglio le liste, di incontrare i candidati, dargli spazio, raccontarne la storia, i programmi, le idee. Perchè non ci sono solo Scilipoti e Rosy Bindi.