iFra i molti casi di povertà da accogliere Don Luigi Guanella amò orientarsi lungo due linee principali «i più poveri e i più abbandonati, fra i figli poveri e i vecchi poveri». E’ uno dei tanti giudizi riguardanti don Luigi Guanella, canonizzato Santo il 23 ottobre 2011. La sua vita è un parallelo con un altro Santo “dei poveri” Padre Gaetano Catanoso.
E’ su questa simmetria, che in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Galatro si è svolto nei giorni scorsi presso la Parrocchia di San Nicola – Maria SS. della Montagna, un convegno sul tema: “Don Luigi Guanella – Padre Gaetano Catanoso due Santi al servizio dei poveri e degli esclusi”, concluso dall’on. Giovanni Nucera, Segretario – Questore del Consiglio regionale della Calabria.
“Una iniziativa per celebrare i 100 anni della presenza di Don Guanella nella Piana di Gioia Tauro” – ha spiegato il Parroco della Chiesa di San Nicola don Giuseppe Calmiera. Dopo i saluti ai partecipanti del Sindaco di Galatro Carmelo Panetta, che ha rivolto parole di apprezzamento per la diffusa comunità guanelliana presente in particolare a Laureanda di Borrello ed a Galatro, eper “la significativa presenza delle suore guanelliane sul territorio”, si sono succeduti interventi e testimonianze che hanno tracciato il significato e l’attività di questi due straordinari Santi in Calabria e nel territorio della Piana in particolare, definiti “Santi della carità”, e “Santi sociali”.
“Perché entrambi con le loro opere – ha rimarcato l’on. Giovanni Nucera nelle sue conclusioni – hanno contribuito a rafforzare la cultura del servizio all’uomo come strumento per riqualificarne la dignità, in una visione che il Vangelo pone come essenza della carità cristiana”.
I due relatori, Suor Daniela Maesano, Suora Veronica del Volto Santo postulatrice della causa di Canonizzazione di Padre Gaetano Catanoso, e don Umberto Brugnoni, Vicario generale della Congregazione dei servi della Carità Opera don Guanella, hanno tracciato le principali tappe della vita di questi due Santi.
“La società del tempo offriva a Padre Gaetano Catanoso – ha detto Suor Daniela – l’idea che la formazione dell’uomo passasse attraverso il riscatto della conversione e della cultura formativa. E questo diventa ancora più significativo proprio nell’anno della Fede che cammina anche con i passi dei suoi testimoni: Don Guanella e Padre Catanoso che in comuni hanno vissuto la loro santità e se stessi sono stati strumento di santità”. Suor Daniela ha definito la Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo, “il braccio operativo della missione di Padre Gaetano Catanoso, che scelse questo nome, “Veroniche”, “perché devono asciugare le ferite dell’uomo, il volto dell’uomo e il volto di Cristo. Fu definito – ha ancora detto Suor Daniela Maesano – un samaritano dell’Aspromonte, perché predicava nei paesi più sperduti dove recuperava tanti bisognosi e giovani orfani della guerra”.
“Il prete non è solo quello che predica e da l’Eucarestia, ma è anche quello che si immedesima con i bisogni della sua Chiesa. E’ pastore non solo dei bisogni spirituali, ma anche di quelli materiali” – ha affermato Don Brugnoni soffermandosi sulla figura e l’opera di Don Luigi Guanella. “Il sacerdote condivide la vita con la sua gente. Proprio quello che fece don Guanella a cui Don Giovanni Bosco, nel corso dei suoi tre anni di permanenza al Cottolengo di Torino, fece capire che era sulla buona strada nel servizio alla carità. Analogamente a Padre Catanoso, anche Don Guanella era fiducioso nella Provvidenza”.
Tante le testimonianze che nel corso dei lavori sono state dedicate all’opera, all’attività degli istituti religiosi scaturiti dalla missione di Padre Catanoso e Don Guanella, che hanno segnato l’educazione e la formazione di tanti giovani del comprensorio della Piana. Tra queste, gli interventi, del Prof. Umberto Di Stilo che ha fornito una importante e quanto mai chiara testimonianza della presenza delle Suore guanelliane a Galatro, di don Pasquale Galatà, alla guida della prima Parrocchia eletta in Calabria e dedicata a Padre Gaetano Catanoso, e di don Nino Massara, parroco guanelliano a San Ferdinando, testimone, assieme alle suore che da oltre 100 anni operano a Laureana di Borrello, del forte legamen tra il Santo di Franciscio di Campodolcino e la Calabria.
Al termine del dibattito sono intervenuti i guanelliani Pietro Ozimo, ispiratore ed organizzatore del convegno, e Ferdinando Mamone, cooperatore guanelliano e uomo di fede matura.
Nel concludere i lavori l’on. Giovanni Nucera ha sottolineato la forte convergenza di idee, di spirito di carisma e di attenzione al prossimo che ha caratterizzato la vita di due sacerdoti “che pur vivendo e provenendo da terre tra loro lontanissime – ha affermato – hanno perseguito e raggiunto gli stessi obiettivi, e sono stati per questo elevati agli onori degli altari dallo stesso Papa, Giovanni Paolo II e nello stesso giorno”.
“Questi due sacerdoti – ha ancora detto il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Nucera – hanno posto il Vangelo della carità, sorretto dalla Fede, al centro del loro carisma d’azione, legandosi fortemente, con ostinata caparbietà, alla loro gente, alla quale hanno dedicato ogni singolo anelito di vita”.