”Doveva essere la domenica del bracconaggio ai falchi migratori, per la concomitanza di apertura della caccia e picco migratorio dei Falchi di Palude. Cosi’ e’ puntualmente avvenuto”. I volontari del Cabs, presenti nelle pinete di Motta San Giovanni e Montebello Jonico, hanno verificato, ancora una volta, come l’attivita’ venatoria in questi luoghi collinari sia indirizzata, nel mese di settembre, quasi esclusivamente contro gli uccelli rapaci protetti. Anche perche’ di specie cacciabili, a parte qualche raro Colombaccio, non vi e’ nemmeno l’ombra. Nel pomeriggio, intorno alle 16,45, sono cominciati gli spari, intensi nella zona del ”Castagneto di Pitea” e sulle alture che dominano l’abitato di Fossato Jonico. Su posto era presente una pattuglia del Corpo Forestale dello Stato. I volontari hanno subito segnalato come si stesse sparando ai falchi, ma le due guardie hanno risposto che avevano sentito degli spari, ma erano tutti indirizzati verso specie cacciabili. Poi si sono allontanati in direzione di Reggio Calabria. Invece e’ stato successivamente accertato che la gran parte degli spari era indirizzata contro i rapaci. Questi a causa del forte vento di scirocco passavano a bassa quota nella vallata di Fossato, per poi risalire di ritorno in direzione delle pinete. Diversi Falchi di Palude sono stati quindi abbattuti a Fossato, mentre a Pitea e’ stato ferito, per fortuna in modo lieve, un giovane Falco Pecchiaiolo, che ha potuto continuare il suo volo. Le successive richieste di intervento fatte al 1515 sono rimaste senza esito. I volontari hanno accertato la presenza sui luoghi di soggetti provenienti da Pellaro e da Reggio Calabria, con precedenti penali specifici per bracconaggio ai rapaci. Alcuni di loro erano protetti nell’attivita’ illecita da staffette con motorini ed auto. Alcuni di questi soggetti sono stati fotografati in atteggiamento di caccia, ma purtroppo non e’ stato possibile documentare gli atti di bracconaggio.