Oggi pomeriggio uomini armati su un barchino hanno minacciato una motovedetta della Guardia Costiera italiana che stava soccorrendo un’imbarcazione con migranti a bordo, a circa 50 miglia da Tripoli. Gli uomini armati hanno intimato agli italiani di lasciare loro l’imbarcazione dopo il trasbordo dei migranti. E cosi’ e’ avvenuto. Il fatto, a quanto si apprende, e’ avvenuto tra le 15 e le 16 di questo pomeriggio. La motovedetta della Guardia Costiera, una volta terminato il soccorso dei migranti, ha lasciato in mare l’imbarcazione usata dagli scafisti, che e’ finita quindi nelle mani degli uomini armati a bordo del barchino. Probabilmente, verra’ usata per nuovi viaggi verso l’Italia. C’e’ da tener presente che il personale della Guardia Costiera a bordo delle motovedette che fanno operazioni di ricerca e soccorso nel canale di Sicilia non e’ armato.
LA REAZIONE DEL MINISTRO LUPI – L’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera italiana impegnata nel soccorso dei migranti e’ stata minacciata da uomini armati di kalashnikov che volevano tornare in possesso del barcone soccorso. Lo riferisce il ministro Maurizio Lupi. “Nella tragedia dei migranti e dell’azione di soccorso della nostra Guardia Costiera oggi e’ successo un fatto allarmante, che segna un ulteriore salto di qualita’ nell’orrendo traffico di donne, uomini e bambini nel Mediterraneo. Nel pomeriggio-spiega il ministro- mentre l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera traeva in salvo dei migranti da un barcone davanti alle coste libiche, si e’ avvicinato un barchino veloce con a bordo quattro persone armate di kalashnikov che hanno minacciato i marinai italiani per riprendersi il barcone vuoto e riportarlo indietro per poterlo riutilizzare“. Lupi aggiunge: “Siamo vicini agli uomini e alle donne della Guardia Costiera che si prodigano da anni per salvare da morte certa migliaia di persone e che per questo rischiano la vita. Oggi a maggior ragione riteniamo, come sostiene il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che per affrontare adeguatamente questo dramma sia indispensabile un intervento delle istituzioni internazionali in Libia“.
LA REPLICA DI SALVINI – “Pazzesco. Uomini armati di fucile hanno minacciato l’equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera Italiana, che stava soccorrendo i clandestini trasbordati da un barcone. Con le armi si sono fatti “restituire” il barcone usato dagli scafisti, per riportarlo in Libia e trasportare in Italia altri clandestini.
Il personale della Guardia Costiera non è armato. Italia, Stato di m…a! P.s. Il ministro Lupi parla di “allarmante salto di qualità”. Secondo me di allarmante c’è solo l’incapacità di chi ci governa!” ha scritto Matteo Salvini sulla propria pagina facebook.
IMMIGRATI: SITUAZIONE ORMAI INSOSTENIBILE – Sei gommoni la scorsa notte, una decina stamani. Barconi carichi di migranti e di disperazione continuano ad arrivare dalla Libia, a dimostrazione che il timore di una grande fuga dal paese nordafricano manifestato nei giorni scorsi da analisti, 007 ed esperti del Viminale era fondato. E visto il peggiorare della situazione con l’avanzata jihadista, ora fuggono pure gli italiani che vivono li’. In nottata sono stati soccorsi 600 migranti partiti a bordo di sei gommoni dalle coste libiche: 390 di loro sono stati trasferiti a bordo della nave Peluso della Guardia costiera, altri 184 sono stati soccorsi da una nave islandese del dispositivo di Triton. Stamani un altro gommone e’ stato intercettato a qualche decina di miglia dalle coste del paese nordafricano e i migranti sono stati presi a bordo da un rimorchiatore dirottato in zona. Un’altra decina di imbarcazioni, individuate stamani dai mezzi che perlustrano il canale di Sicilia, sono state raggiunte dai soccorsi nel primo pomeriggio a circa 120 miglia a sud di Lampedusa. 290 migranti, fra cui alcune donne incinte, sono attesi in serata a Porto Empedocle (Ag); il gruppo, salvato nel canale di Sicilia, si trova sul pattugliatore d’altura Cp 905 “Peluso”. Altri 285 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia sono su un mezzo navale dalla capitaneria di porto islandese che sta invece facendo rotta verso Agusta, nel Siracusano. Le testimonianze di chi arriva fotografano una realta’ che sembra farsi sempre piu’ drammatica. Tra i migranti sbarcati oggi a Pozzallo anche un giovane centroafricano ferito da un’arma da fuoco: alla polizia ha raccontato che a sparargli sono stati i trafficanti, sulle coste della Libia, per costringerlo a salire sui gommoni. Pure i numeri di gennaio dimostrano che la situazione e’ peggiore di quella del 2014, quando alla fine sono stati 170mila i migranti accolti: 3.538 persone arrivate nei primi 30 giorni del 2015 contro 2.171 sbarcate l’anno scorso. E quello degli sbarchi potrebbe non essere l’unico problema. Se l’Isis dovesse prendere in mano il traffico degli esseri umani, nessuno puo’ escludere che i barconi possano essere utilizzati per far arrivare in Europa potenziali terroristi. Sembra non avere dubbi a questo proposito il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. “Il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti del Nordafrica, che gia’ mesi addietro avevo segnalato, sembra essere stato scoperto anche dall’Europa e dal Ministro degli Esteri. Ma si tenta di chiudere la stalla quando i buoi sono gia’ scappati. Almeno in questo caso – osserva – si cerchi di passare dalle parole ai fatti e lo si faccia con la massima urgenza. Bisogna bloccare immediatamente le partenze dei barconi dalle coste libiche e sospendere contemporaneamente Triton”.