“A Reggio Calabria è sempre di maggiore attualità il dibattito sul registro comunale delle unioni civili, soprattutto per l’avanzamento dei lavori della Commissione comunale ‘Statuto e Regolamenti’. In questo dibattito ‘La Manif’ e tante altre associazioni familiari stanno già contribuendo attivamente ed annunciano l’organizzazione del convegno “Famiglia ed unioni civili – una ricerca nel diritto positivo italiano”. L’evento si terrà venerdì 8 maggio dalle ore 18.30 presso l’auditorium “Calipari” a palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, e vedrà la partecipazione del magistrato Alfredo Mantovano, ex sottosegretario al Ministero dell’Interno e membro dei Comitati Si alla Famiglia” è quanto afferma in una nota Giorgio Arconte, rappresentante circolo reggino LMPT Italia. “Attraverso l’autorevole intervento di Mantovano, e quello di altri ospiti, si traccerà una ricerca nel diritto positivo italiano per far emergere l’indiscusso valore che ha la famiglia naturale per la Repubblica italiana. Inoltre, si dimostrerà che i registri comunali delle unioni civili sono illegali ed in quanto tali privi di ogni effetto giuridico. Tali registri comunali – continua- sono totalmente inutili anche perché tutti i diritti delle conviventi (sia dello stesso sesso che di sesso opposto) sono già riconosciuti dall’ordinamento giuridico italiano. Questo convengo, pertanto, sarà occasione per svelare alla città le tante bugie sulla necessità di suddetti provvedimenti illegali ed inutili ma altamente ideologici. L’unico effetto dei registri comunali delle unioni civili, infatti, è quello di attaccare culturalmente la famiglia per distruggerne il ruolo sociale ed il suo valore etico. All’evento, organizzato dal circolo reggino de ‘La Manif Pour Tous’, hanno aderito l’Associazione Italiana Genitori, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, il Centro Servizi Sociali per la Famiglia “P. Raffa”, il circolo Voglio La Mamma, l’Istituto per la Famiglia sez. G. Perri, il Forum delle Associazioni Familiari, il Sindacato delle Famiglie. Una fetta maggioritaria della popolazione – conclude- che si unisce per manifestare il suo fermo NO al registro comunale delle unioni civili”.