Reggio, inizia oggi il Giubileo d’oro di Mons. Antonio Scopelliti

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ScopellitiInizia oggi il Giubileo d’oro di Mons. Antonio Scopelliti, vescovo emerito della Diocesi di Ambatondrazaka, con un momento di riflessione presso il Santuario delle Grazie in Gallico alle ore 20,30, guidato da padre Giulio Cipollone. Domani, sabato 19 dicembre un riconoscimento da parte dell’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria, presso il salone dei lampadari, a palazzo di città ed una veglia di preghiera nella chiesa di Santa Maria della Neve a Riparo alle ore 20.30; i festeggiamenti si concluderanno domenica 20 in cattedrale con la celebrazione delle ore 18.00, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, Numerosi i presbiteri provenienti anche dall’estero stanno prendendo parte all’evento; il confratello Padre Giulio Cipollone, professore ordinario della Pontificia Università Gregoriana, ci offre la sua testimonianza:

Mons. Antonio Scopelliti, reggino di Gallico è stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1965 a Roma ed è subito partito per il Madagascar, nel 1991 è stato consacrato Vescovo. 50 anni donati per gli scarti della società, i poveri, attraverso concrete opere di misericordia e favorendo processi per raggiungere alti livelli di giustizia sociale. In realtà non può esistere pace senza giustizia perché la pace apparente è violenza silenziosa. Oggi, come ieri, come domani – dichiara padre Giulio – suscitano ammirazione le vite intere regalate all’amore, mentre malgrado i pervasivi effetti della globalizzazione gli amori a tempo determinato di fatto aumentano le solitudini e fanno delle possibili unioni a termine una coesistenza di “gente sola”. Mons. Antonio Scopelliti, è Trinitario, confratello in un ordine religioso nato nel 1198, qualche anno prima dell’esperienza evangelica di San Francesco d’Assisi. Quest’ordine aveva lo scopo di liberare i prigionieri cristiani e musulmani frutto di guerre sante: crociate e gihad. I trinitari sentono una particolare devozione alla Trinità: un mistero di amore incarnato in opere concrete Philoxenia, l’amore di accoglienza di Abramo delle persone tra ricerca è il modo di leggere la Trinità che si cala nella storia dell’umanità. Monsignor Scopelliti ha dato grande importanza prioritaria all’attuazione del modello famiglia riscaldata al fuoco dell’amore che dura una vita, sul campo dell’educazione di bambini, giovani e famiglie nel Madagascar; insieme a queste due priorità un’altra azione ha qualificato la sua vita: la misericordia in opere di accoglienza e di promozione sociale. Insomma – continua padre Giulio – Mons. Scopelliti più che chiedersi “cosa è successo” si è chiesto “cosa posso fare” così ha donato la sua vita intera ai poveri della Regione di Ambatondrazaka, in Madagascar. A Reggio quindi si celebra un giubileo della misericordia nel grande giubileo della misericordia appena aperto da Papa Francesco. Porte che si aprono per accogliere, porte che si aprono per annunziare con la testimonianza della vita il Vangelo di Gesù Cristo. A Reggio: la Diocesi, il Comune, e la Comunità di Gallico colgono l’occasione del giubileo di Mons. Scopelliti come momento di festa e di impegno nella riscoperta della testimonianza concreta per l’accoglienza, la solidarietà e la giustizia sociale da praticare nella nostra società alle prese  con individualismo e solitudine prodotta dalla globalizzazione, l’accoglienza del profugo e del migrante, la giustizia sociale che apre i ghetti e le frontiere culturali che aumentano le palesi infrazioni frutto di corruzione e squilibri sociali. L’auspicio – conclude padre Giulio –  è che questo giubileo di un Reggino, che ha dato la vita intera alle opere di misericordia ed alla promozione di giustizia sociale, rafforzi la certezza che la società può raggiungere un alto livello di umanità e che oltre le carte scritte e le molte parole pronunziate, ciò che si ammira e merita imitazione sono le opere che in concreto manifestano accoglienza, oltre ogni forma di pregiudizio ed egoismo. L’esemplarità dei 50 anni di Monsignor Scopelliti, regalati all’amore per “chi non può” ed alla promozione della pratica del Vangelo, possa offrire speranza e certezza ai Reggini invitati a chiedersi “cosa posso fare” alla luce di questi 50 anni”.

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