In tutta Italia si stanno svolgendo gli esami per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione medica. Messina fa eccezione: da Roma non è arrivata la documentazione necessaria e l’intoppo burocratico rischia di creare un clamoroso danno ai candidati
In queste ore in tutta Italia si sta svolgendo la seconda sessione di esami per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione medica. E’ la tappa finale di un percorso che gli aspiranti dottori attendono dall’anno dell’immatricolazione in facoltà. In tutta Italia, pertanto, i neolaureati stanno cimentandosi con un test che determinerà la loro sorte: da Trento a Palermo, ovunque gli studenti vivono attimi concitati. Ovunque meno che a Messina, dove evidentemente chi vuole indossare un camice per assistere il prossimo non gode di grande fortuna né di santi in paradiso.
Stavolta, però, l’Ateneo sembra essere esente da colpe ed è pronto a scaricare su Roma ogni responsabilità: sarebbe stato infatti il Ministero a procurare il contrattempo che rischia d’innescare un pericoloso effetto domino per i neolaureati. Sì, perché secondo quanto appreso da Strettoweb dalla capitale non sarebbero arrivati i plichi necessari per attuare la prova. A fronte di 145 candidati presenti, la Commissione avrebbe trovato appena 120 plichi: un intoppo organizzativo registrato alle 08.30 di stamane che ha immediatamente fatto scattare l’allarme presso il Dipartimento interessato.
Un disguido tecnico che, oltre a provocare imbarazzo alle istituzioni coinvolte, potrebbe arrecare serio danno ai candidati. L’errore del Dicastero, infatti, potrà essere ovviato soltanto scaricando sulle spalle degli esaminandi gli oneri del caso: mentre a livello nazionale l’intera platea di aspiranti dottori si confronterà con un unico test, valido per tutto lo Stivale, Messina riceverà un deroga ad hoc per effettuare la prova nei giorni a venire, con quesiti – ça va sans dire – ovviamente diversi.
Nel frattempo i neolaureati attendono un riscontro dalla commissione chiamata a garantire la regolarità della prova: il confronto serrato, però, non ha dato frutti fino a questo momento. Come se non bastasse, per un curioso gioco del destino, pochi minuti fa è suonato l’allarme antincendio all’interno dei locali dove si doveva svolgere la prova. Una beffa oltre il danno, la cui portata sarà quantificata soltanto nelle prossime ore.