“La visita a Vibo Valentia del Ministro degli Interni Alfano è un fatto importante e significativo ma che, appunto per questo, non deve rischiare di tramutarsi in una semplice passerella politico-elettorale. Vibo, la sua provincia e l’intera Calabria hanno bisogno ora di fatti concreti che offrano una prospettiva di rinascita e di cambiamento. La legalità è la condizione minimale e necessaria attraverso cui si creano i presupposti per lo sviluppo che si traduce in nuova e stabile occupazione, per questo riteniamo importante dotare la le forze dell’ordine ed in particolare la Polizia di Stato di uomini, mezzi, materiali e risorse necessarie per fronteggiare con una maggiore determinazione la ‘ndrangheta e ogni forma di illegalità”. “Allo stesso modo consideriamo ancora fortemente insufficiente l’azione del governo per ridurre il divario tra la Calabria e il resto del Paese. Eppure questa è una provincia e una regione che ha dentro di sé la volontà di contrastare la ‘ndrangheta a viso aperto così come dimostrano i risultati raggiunti attraverso gli innumerevoli arresti eseguiti solo grazie allo straordinario lavoro portato avanti dai pochi poliziotti sapientemente coordinati dalla locale Procura della Repubblica” Appunto per questo non possiamo accontentarci delle solite promesse ma pretendere atti concreti e subito; ci sarebbe piaciuto ascoltare dalla viva voce del Ministro l’esistenza di un progetto reale di rilancio della sicurezza in questi territori e magari, forse utopisticamente, che verificasse le reali condizioni lavorative degli operatori di polizia del vibonese per toccare con mano le precarietà del quotidiano”, scrive in una nota la segreteria provinciale del Sap. “Purtroppo, invece –prosegue– per quanto ci è dato sapere, ancora una volta saremo costretti ad assistere all’ennesima sfilata priva di costruttivo dialogo e confronto con le organizzazioni sindacali. E’ quanto afferma Il SAP calabrese, che così come manifestato nel corso dei propri Congressi, ribadisce il suo convinto no alla chiusura dei tanti Uffici di Polizia dislocati sul territorio regionale interessati dal progetto attualmente allo studio del Ministero dell’Interno e che prevedrebbe per la provincia di Vibo Valentia, oltre alla già attuata dismissione delle Sezioni della Polizia delle Comunicazioni anche la prossima chiusura della Scuola Allievi Agenti. In momenti come quello attuale non si può pensare di tagliare i presidi di sicurezza solo per fare cassa! Ci siamo sempre detti, e per primi, disponibili all’attuazione di una reale unificazione delle Forze di Polizia a competenza generale ma, evidentemente senza che la stessa passi attraverso un depauperamento delle risorse umane presenti sul territorio con conseguente dispersione delle professionalità acquisite, piuttosto auspichiamo una reale razionalizzazione delle forze di polizie. Le sarebbe bastato ascoltare i suoi uomini per scoprire che presso la Questura sono quasi inesistenti i sottufficiali, preposti per loro funzione al coordinamento delle indagini, che le autovetture hanno oltre 200.000 chilometri con picchi d’eccellenza presso la Sezione Polstrada con veicoli con oltre 400.000 chilometri. Signor Ministro, avrebbe anche verificato che le strutture in cui operiamo sono ormai logore ed avrebbero bisogno di migliorie e magari di spazi più idonei allo svolgimento degli incarichi istituzionali. Negli ultimi anni, spesso e volentieri, gli stessi poliziotti pur di vivere in ambienti consoni, hanno da soli imbiancato e pulito gli ambienti in cui vivono quotidianamente. Avrebbe, Signor Ministro, constatato che i suoi uomini, nonostante le condizioni precarie e la mancanza di quelle risorse essenziali per garantire il servizio a cui sono chiamati, hanno presidiato un territorio difficile ma allo stesso tempo con tanta voglia di rinascere. Per questo motivo, riteniamo che Lei abbia perso una grande occasione, quella di conoscere dalla diretta voce di chi in questo territorio rappresenta le istituzioni poteva e può raccontarle le oggettive difficoltà in cui viviamo; avrebbe potuto Signor Ministro, qualora avesse voluto veramente conoscere questo territorio, convocare le associazioni antimafia e quelle di categoria che operano nel vibonese e chiedere loro se la sicurezza in questo territorio è un freddo dato statistico oppure una concreta necessità per lo sviluppo di questo comprensorio”, conclude il Sap.