Premio di poesia a Francesco Baccini
Un importante premio è stato assegnato a Francesco Baccini, cantautore genovese tra i più eclettici del panorama musicale italiano. Si tratta del «Premio Federiciano», l’originale riconoscimento ideato da Giuseppe Aletti, che consiste nella riproduzione dei testi premiati in stele di ceramica maiolicata, da fissare sulle facciate delle case. E così, passeggiando nel piccolo borgo calabrese, in provincia di Cosenza, si incontrano i versi di importanti artisti come Alda Merini, Dacia Maraini Mario Luzi, Lawrence Ferlinghetti, Alejandro Jodorowsky, Mogol (solo per citarne alcuni) e da ieri sera anche di Francesco Baccini, di cui è stato riprodotto il testo della canzone. «Sono molto contento di aver ricevuto questo riconoscimento. Non nascondo che, di tutte le canzoni dei miei 14 album, è in assoluto quella che preferisco, anche se mi ha creato parecchi problemi. Il testo tratta un tema non facile, specialmente in Italia, perché parla della nostra storia abbastanza recente, con molte ombre e poche luci – ha commentato Francesco Baccini, visibilmente emozionato –. Ma non è una canzone politica, è invece intimista: non ho parlato di Curcio come il famoso capo delle Brigate Rosse, ma ho cercato di mettere al centro l’uomo, un uomo che non ha rinnegato il proprio passato, ma ha pagato per le sue scelte e oggi è lontano anni luce da quel periodo, ed è egli stesso il primo a dirlo: adesso parla di libri, fa l’editore, e non si è mai più occupato di politica».