Un grattacielo di 20 piani a Messina, l’avveniristico progetto per la riqualificazione e recupero del quartiere Avignone
Cittadini increduli, l’Amministrazione Comunale che finge di cascare dal pero e l’assessore regionale ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi che minaccia di cacciare il Soprintende di Messina. Esattamente 4 giorni fa le ruspe hanno abbattuto la parte retrostante delle mura dell’edificio in via degli Orti e via Cesare Battisti, una struttura risalente al ‘700 e vergognosamente abbandonata al più inimmaginabile degrado. Una struttura per il cui recupero le Amministrazioni vecchie e nuove in questi anni non hanno mosso un dito.
La querelle di queste ore, per quanto complessa sia la vicenda, si riduce al fatto se ci fosse o meno un’autorizzazione alla demolizione della vecchia struttura e mette in croce un architetto visionario, Sergio La Spina, che ha immaginato di ridare nuovo decoro ad un area degradata della città con una Torre Imperiale, un avveniristico grattacielo di 20 piani. “Il progetto– spiega l’architetto- prevede il recupero e la riproposizione della “cortina” settecentesca col rinvenimento e il recupero della traccia di via porta imperiale rimasta ed oggi , com’è evidente, sepolta da un degrado inimmaginabile”. A dispetto dalle imbarazzanti dichiarazioni rilasciate dagli assessori del Comune di Messina, che dopo l’avvio dei lavori hanno dichiarato di “non saperne nulla” e adesso promettono di intraprendere i vari provvedimenti del caso, ad una prima lettura degli atti depositati risulta invece che già dal 2013 la committenza era regolarmente munita di parere favorevole della Soprintendenza: cioè si autorizzava il progetto della Torre Imperiale e quindi l’avvio dei lavori, a condizione che venisse salvaguardata la facciata del vecchio palazzo.
E al momento dell’edificio nel quartiere Avignone è stata demolita solo la parte retrostante, tra l’altro anche pericolante: non è stato alzato nemmeno un muretto. La facciata- come si evince dalle foto a corredo dell’articolo- è stata completamente preservata, dal momento che costituisce parte del progetto. Un’operazione del genere, in cui sono state abbattute, ribadiamo su autorizzazione della Soprintendenza, solo le mura pericolanti della struttura, non richiede alcuna concessione edilizia da parte del Comune di Messina. Insomma: l’avvio dei lavori era autorizzato. “Il recente vincolo apposto ora all’area– spiega l’avvocato dell’ architetto La Spina, Filippo Barbera– deriva dall’approvazione del Piano Paesaggistico, che introduce limiti che riguardano le zone ad interesse artistico culturale e da prima lettura sembrerebbe che anche il progetto sia pur sempre compatibile, dal momento che il progetto della Torre Imperiale, come detto, ne preserva la facciata. Allo stato attuale- prosegue il legale– non risulta acceso alcun procedimento penale, ne è stata operata alcuna contestazione al mio assistito dalla competente Procura. La condotta professionale dell’architetto La Spina- conclude l’avvocato- è stata ed è adamantina e siamo sicuri, se necessario, di poter chiarire ogni aspetto della questione in qualunque sede“.