La Prof. Maria Pascuzzi, docente dell’Università di Architettura di Reggio Calabria presenta il suo libro “Lo Stretto, crocevia di culture”
La Prof. Maria Pascuzzi, autrice del volume “Lo Stretto, crocevia di Culture” edito da Laruffa Editore, giorno 21 febbraio ha presentato il proprio saggio presso la nuova sede del Circolo culturale Rhegium Julii sita in via Aschenez 239. Maria Pascuzzi è docente di antropologia culturale nella facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; è coordinatrice delle attività dell’Istituto calabrese “R. Lombardi Satriani” e, per la sua brillante operosità, segnata anche da diverse pubblicazioni, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Dopo i saluti del Presidente del Circolo, Pino Bova, la relatrice Benedetta Borrata ha evidenziato le linee caratterizzanti del saggio in questione, presentato come imponente trattato narrativo: la Pascuzzi ha dato il meglio di sé come antropologa e narratrice insieme, impegnata in un articolato e complesso percorso antropologico, sociologico e storico, elaborato attraverso la ricerca capillarmente documentata con studio e passione. La sua inchiesta, illuminata anche da incontri diretti con coloro che sono depositari di antiche tradizioni, ha costruito, pure su piccole storie, la grande Storia del bacino del Mediterraneo. Il testo è efficacemente corredato di grafici, iconografie, notazioni letterarie, mitiche, leggendarie, riguardo anche la natura geografica dello Stretto, le antiche forme di traghettamento, i punti di difesa, di avvistamento e di rifugio; puntuali poi i richiami alle attività lavorative, alla cultura folklorica e alla problematica religiosa, tra credenze, comportamenti devozionali e modalità che hanno legittimato le stesse tradizioni religiose. La relatrice dunque si avvia alla conclusione soffermandosi sulla scrittura della Pascuzzi, caratterizzata da un fraseggio chiaro e intellegibile, per una lettura sicuramente coinvolgente. Su sollecitazione dei presenti, l’autrice riprende la tematica religiosa, le relative tradizioni popolari, con riferimenti alla sapienza culinaria, dolciaria e a tanta produzione in vernacolo, anche quella della trasmissione orale, proverbiale e aforistica. Interessante il riferimento al culto per la Madonna di Polsi, al sentimento religioso che in passato ha fortemente unito gli abitanti siciliani e quelli calabresi, con pellegrinaggi realizzati mediante l’uso delle barche. Quella era anche l’occasione per qualche scambio commerciale. Ci ricorda ancora che, tra i culti in comune c’era quello per i Santi Cosma e Damiano, invocati particolarmente contro le malattie. Infine la Pascuzzi conclude dicendo che il compito dell’antropologo è pure quello di confrontarsi con la contemporaneità, segnata da guerre e atti terroristici, da esodi in massa di uomini, donne e bambini che, dalle coste soprattutto africane, si spingono in Europa in cerca di una vita migliore.