Consapevolezze digitali, all’istituto Panella-Vallauri e al liceo Volta di Reggio Calabria il progetto di Agedo e Corecom. Gli incontri conclusivi con la scrittrice e giornalista Cristina Obber
Si è concluso il progetto formativo Co.Di. Consapevolezze Digitali, promosso da Agedo – Associazione genitori, parenti e amici di persone LGBT – Reggio Calabria e Corecom – Comitato Regionale per le Comunicazioni – Calabria, in collaborazione con l’istituto tecnico industriale Panella-Vallauri e con il liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria. Prezioso l’apporto delle docenti coordinatrici e referenti delle due scuole, rispettivamente Maria Carmela D’Elia e Antonella Lagana’. Il progetto, avviato ad ottobre nella cornice del SabirFest al liceo Volta, ha coinvolto circa 140 studenti di entrambe le scuole reggine ed è stato scandito da incontri e laboratori incentrati su Web education e web reputation, contrasto alle discriminazioni e omofobia, hate speech e cyberbullismo, uso responsabile dei social network. L’obiettivo è stato quello di offrire occasioni di confronto per contribuire alla prevenzione di comportamenti offensivi e discriminatori, allo sviluppo di un atteggiamento rispettoso della dignità di ogni persona, alla maturazione di una percezione costruttiva della diversità, da considerarsi una ricchezza per la propria esperienza personale e nelle relazioni quotidiane. La fase finale, in cui gli studenti hanno ricevuto anche un attestato, ha avuto come cornici la sala Perri di palazzo Alvaro, con i ragazzi dell’istituto Panella-Vallauri e la dirigente Anna Nucera, e l’aula Socrates del liceo scientifico Alessandro Volta, con gli studenti dello stesso liceo e la dirigente Angela Maria Palazzolo. Entrambi gli incontri sono stati arricchiti dalla partecipazione della scrittrice e giornalista Cristina Obber.
“Parole per noi: costruire relazioni libere dalla violenza”, questo il leit motiv degli interventi di Cristina Obber che si è soffermata sulle parole e sulla loro valenza per la nostra identità. “Le parole raccontano di noi. Lo fanno quelle che utilizziamo e quelle che scegliamo di non usare o di non usare più. Noi siamo anche ciò che diciamo e come lo diciamo”, ha sottolineato Cristina Obber. “La liberazione dagli stereotipi che inevitabilmente ci condizionano con il passare del tempo può iniziare proprio dalle parole e dalle relazioni. La curiosità di comprendere e di conoscere libera dalle gabbie della paura e del pregiudizio”, ha evidenziato ancora, scandagliando termini come solitudine, indifferenza, frustrazione, normalità, rispetto, parità, fiducia, amore ed infine responsabilità e resilienza. A proposito di parole, grazie ai contributi di due studenti, Salvatore dell’istituto Panella – Vallauri e di Ruben del liceo Volta, Cristina Obber aggiungerà al suo mosaico anche le parole Empatia e Unicità.
La storia drammatica della transgender statunitense Leelah (Josh) Alcorn e di altre giovani vite stroncate dal pregiudizio e dalla superficialità, spesso annidata in famiglia, a scuola e nei contesti amicali del vivere quotidiano, ha segnato il passo di un cammino di condivisione durante il quale docenti e studenti si sono raccontati. Spazio anche per il video dell’intervista di Martina, giovane donna dal volto luminoso e dal sorriso coraggioso, tetraplegica e lesbica. Attraverso la sua testimonianza è stata tratteggiata anche la cosiddetta omodisabilità. Affrontato anche il tema della violenza verbale che si accentua contro le donne e contro le fasce più deboli ed ancora ingiustificatamente emarginate, come le minoranze, le persone disabili, gli omosessuali, e quello della potenza lesiva di parole e immagini amplificata dalla rete. “E’ necessario controbattere con l’educazione – ha sottolineato Cristina Obber – tramite campagne e messaggi costruttivi e positivi attraverso i quali farsi portatori del valore di persone che promuovono rispetto della dignità ed uguaglianza di diritti. Sarebbe un modo per innescare un reale cambiamento della mentalità da trasfondere nelle relazioni come nelle professioni”. Importante anche l’accento posto sui fenomeni dell’adescamento sessuale e del revenge porn che mietono sempre più vittime tra i gli adolescenti. Intrappolati nella rete, tanti giovani spesso arrivano a credere che non ci sia via d’uscita.
Sulla rete, risorsa e trincea, si è soffermata anche la dirigente scolastica dell’’istituto tecnico industriale Panella-Vallauri di Reggio Calabria, Anna Nucera, che ha parlato della “necessità di responsabilizzazione circa l’uso della tecnologia. Nel web si svolge ormai la vostra vita, perciò è imprescindibile la necessità di acquisire la consapevolezza dei rischi connessi a questo utilizzo così pervasivo. Il web è un mezzo che può violare la dignità delle persone e fare molto male, ecco perché, pur costituendo una opportunità, esso deve essere usato con grande senso di responsabilità, soffermandosi sui pericoli e sui diritti coinvolti”, ha sottolineato la dirigente Nucera. Di percorso educativo necessario e indispensabile ha parlato anche la dirigente del liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria, Angela Maria Palazzolo. “La diversità è un valore. Per questa ragione abbiamo accolto come un’opportunità preziosa e un’esperienza positiva la vostra proposta, registrando un forte apprezzamento anche da parte dei genitori dei nostri ragazzi. Il modello culturale in cui noi tutti siamo immersi è un modello in cui la parola ha ormai acquisito una dimensione quasi esclusivamente individualistica, suscettibile di degenerare in offesa, perdendo quella sua originaria valenza relazionale che va assolutamente recuperata e riaffermata”, ha evidenziato la dirigente Palazzolo. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Corecom Calabria, Giuseppe Rotta, e dalla presidente dell’Agedo Reggio Calabria, Mirella Giuffrè.
“Siamo particolarmente contenti di questo percorso e i lavori, disegni, fumetti, video, con i quali gli studenti hanno espresso il loro punto di vista sui temi proposti e approfonditi negli incontri e nei laboratori, ci ha davvero emozionato. Siamo soddisfatti perché era nostra precisa intenzione dialogare con i ragazzi e stimolare una riflessione sulla diversità come valore arricchente e inclusivo. Un valore che attiene alla persona universalmente intesa, in ogni luogo e in ogni tempo”, ha evidenziato Mirella Giuffrè. “La comunicazione è relazione e la diversità è un valore che va declinato all’interno delle relazioni tra le persone. Proprio tutela e garanzia dell’utenza, con particolare riferimento ai minori, attraverso iniziative di studio, analisi ed educazione all’utilizzo dei media tradizionali e dei nuovi media, sono al centro delle funzioni delegate ai Corecom dall’autorità per le garanzie nelle Comunicazioni nell’ambito della convenzione sottoscritta nel 2017″, ha ricordato Giuseppe Rotta, confermando l’impegno del comitato nel prestare massima attenzione alle nuove frontiere della comunicazione e al web. “Abbiamo fin da subito registrato l’interesse degli studenti riscontrando un desiderio di confronto che è andato oltre la scuola. Siamo riusciti, con la collaborazione dei docenti referenti, ad aprire un dialogo sul linguaggio in rete e sulle discriminazioni veicolate e alimentate sui social. Questo, unitamente alla percezione della soddisfazione di studenti e genitori, ci incoraggia a proseguire e ci consente di tracciare un bilancio positivo del percorso realizzato”, ha commentato Michela Calabrò, formatrice del progetto e presidente della commissione Pari Opportunità del Comune di Reggio Calabria.