Lavoro, 400 licenziamenti a Crotone: “colpa del decreto dignità”
“Meglio precari che disoccupati“: e’ quanto sostengono gli ex dipendenti della Abramo Customer Care di Crotone che ieri mattina hanno tenuto un sit in nel piazzale dell’azienda per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato da parte del call center. Decisione che l’azienda del gruppo Abramo ha motivato con le norme previste dal decreto dignita’ adottato nei mesi scorsi dal Governo in base alle quali i lavoratori assunti con contratti a tempo determinato dopo un periodo di 24 mesi devono essere stabilizzati. Per Fabio Tomaino, segretario provinciale della Uil, “il decreto dignita’ ha portato un prezzo troppo caro per il sito di Crotone, dove sono previsti 400 esuberi. Senza polemica adesso ci aspettiamo dai rappresentanti istituzionali del territorio, dai parlamentari ai politici locali, l’istituzione di un tavolo di crisi a livello nazionale alla presenza di azienda e sindacato per trovare una soluzione che deve impegnare tutti: il governo e, se ci sono i margini economici, anche l’azienda stessa“. “Il decreto che si prefiggeva di dare piu’ dignita’ ai precari invece li ha resi solo disoccupati – ha affermato Rita Lorenzano, segretario provinciale Cisl donne -. Tutto questo avviene nel silenzio generale della politica. Non si puo’ parlare di mancanze dell’azienda, perche” come tutte le aziende sta facendo quello che la legge consente di fare: dall’utilizzo degli stagisti alle agenzie interinali. “Il problema – prosegue – e’ a monte: il decreto doveva essere collegato a incentivi che permettessero alle aziende di trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminato. Vorremmo che Di Maio, che gira tutta Italia, vedesse l’effetto devastante che il suo decreto sta facendo nel mondo dei call center e qui a Crotone dove non ci sono altre opportunita’ di lavoro“.