Il sottosegretario Gaetti in visita nella città dello Stretto: “Investiamo sulla conoscenza e sulla cultura della legalità, Messina città segnata da fenomeni criminali”
“Sette in città e nove in provincia: sono i sodalizi criminali presenti a Messina, mappati dalla relazione della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. La particolare posizione geografica rende la città un crocevia di rapporti e alleanze; questo costituisce il punto di forza della criminalità messinese, che può così confrontarsi tanto con Cosa nostra palermitana e Cosa nostra catanese, quanto con la ‘ndrangheta. Il Mezzogiorno non potrà mai cambiare se non investiamo sulla conoscenza e sulla cultura. Occorre ridare una speranza alla cittadinanza Messina è una città segnata da fenomeni criminali molto preoccupanti. I problemi derivano non solo dalla presenza di agguerrite organizzazioni mafiose, ma anche da una criminalità diffusa, parimenti violenta, che pone in atto delitti predatori, in particolare rapine, scippi, furti”- lo ha detto il sottosegretario Gaetti, oggi in visita a Messina.
“Vi sono poi forme di illegalità che coinvolgono anche fasce giovanili, serbatoio della manovalanza criminale,- ha proseguito il sottosegretario-soprattutto nelle aree urbane a elevata marginalità sociale. La città di Messina – prosegue Gaetti – è stata teatro, recentemente, di atti criminali importanti. Gli imprenditori di Messina e della provincia spesso vengono sottoposti ad ogni forma di vessazione. Il condizionamento criminale e mafioso delle attività economiche è molto presente e documentato attraverso precise indagini delle forze di polizia e attività della magistratura. È importante non solo avere la piena consapevolezza del fenomeno, ma anche la volontà di sconfiggere ogni forma di criminalità organizzata, ogni forma di organizzazione mafiosa. Estorsioni e usura stanno diventando fenomeni sempre più sommersi e, al contempo, più serpeggianti: le vittime continuano a tacere e a non denunciare di fronte ad organizzazioni criminali che cambiano il proprio modus operandi con forme meno dirette ed evidenti.
A Messina abbiamo constatato che le denunce sono ancora troppo poche, questo è un segnale allarmante per tutti noi
I fenomeni dell’usura e del racket sono sempre più diffusi nel nostro Paese. Indispensabile ci appare, su questo fronte, la collaborazione tra le istituzioni e le associazioni, quelle sane, quelle che sanno accompagnare il soggetto alla denuncia, che lo sostengono nei momenti difficili e che lo affiancano concretamente durante tutto il percorso amministrativo.
In sostanza, alle associazioni che, oggi, intendono affiancare le istituzioni si richiede un livello ancor più alto di impegno, a partire dalla selezione e formazione interna, per giungere alla corretta e completa informazione da offrire agli operatori economici, bersagli potenziali o vittime conclamate di richieste estorsive o di natura usuraria. Per me è fondamentale la proficua collaborazione con tutto il mondo dell’associazionismo antiracket e antiusura del quale auspico sempre maggiore coesione. Dobbiamo indirizzare il nostro lavoro istituzionale a contrastare questo atteggiamento di rassegnazione e silenzio che trae origine dall’oggettiva carenza di una solida, diffusa, capillare rete di fiducia nello Stato. Lo Stato sostiene ed incoraggia chi decide di opporsi al racket e all’usura. Questo messaggio deve essere chiaro ed incontrovertibile per tutti, perché la lotta a questi fenomeni passa da un insieme di azioni integrate, in cui anche l’informazione ha un ruolo fondamentale”- ha concluso il sottosegretario all’Interno.