Russo, che si trovava agli arresti domiciliari ad Ercolano (Napoli), raggiunse Reggio Calabria con lo scopo di uccidere l’ex moglie Maria Antonietta Rositani
Vent’anni di reclusione: e’ questa la richiesta di condanna formulata per Ciro Russo, l’uomo che il 12 marzo dello scorso anno a Reggio Calabria tento’ di uccidere l’ex moglie Maria Antonietta Rositani lanciandole addosso benzina e dandole fuoco. A formulare la richiesta di condanna, nel processo con rito abbreviato in corso davanti al Gup, Valerio Trovato, e’ stato il pubblico ministero Paola D’Ambrosio. Russo, che si trovava agli arresti domiciliari ad Ercolano (Napoli), raggiunse Reggio Calabria con lo scopo di uccidere l’ex moglie, di cui conosceva le abitudini. L’aggressione avvenne nei pressi di una scuola dove la vittima aveva accompagnato il figlio che le era stato affidato dopo la separazione dal marito. Ciro Russo si avvento’ contro Maria Antonietta Rositani mentre era in auto da sola, e dopo avere aperto lo sportello verso nell’abitacolo della vettura liquido infiammabile, appiccando subito il fuoco. Maria Antonietta Rositani, a causa dell’aggressione ad opera del marito, subi’ ustioni gravissime. Ciro Russo, che dopo avere tentato di uccidere la moglie si diede alla fuga, venne arrestato dalla polizia dopo una giornata di ricerche. Per Maria Antonietta Rositani inizio’ un periodo di cure e di ricoveri durato oltre dieci mesi, alcuni dei quali trascorsi nel Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari. Alla requisitoria del pm D’Ambrosio erano presenti il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri ed il Procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni.