Scuola, il Liceo Vinci di Reggio Calabria è pronto per il ritorno in classe: le mascherine, i banchi, i doppi turni e la quarantena. Giusi Princi racconta la scuola ai tempi della pandemia

StrettoWeb

Reggio Calabria, intervista al dirigente scolastico del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, Giuseppina Princi, in vista del ritorno in classe dopo l’emergenza Coronavirus

Sul rientro a scuola in Italia c’è molto disorientamento perchè dal Ministero hanno dato indicazioni tardive e spesso contraddittorie sulla riapertura. E’  recente la nuova indicazione del Comitato Tecnico Scientifico riguardante l’obbligo delle mascherine dove non è possibile rispettare il distanziamento, dopo che per tutta l’estate si è parlato solo di banchi innovativi o ulteriori locali quali unica alternativa per poter accogliere tutti gli studenti in piena sicurezza. Mentre dal Governo si perde tempo con banchi, mascherine, test sierologici e altre procedure di difficile applicazione nel concreto, noi sul campo affrontiamo il vero problema cioè la mancanza di spazi in cui ospitare i ragazzi“. Giusi Princi, brillante dirigente del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, fa il punto della situazione ai microfoni di StrettoWeb in vista della riapertura delle scuole, che in Italia scatterà quasi ovunque il 14 Settembre, eccezion fatta per Calabria, Puglia e Sardegna che hanno deciso di riaprire dopo le elezioni del 20-21 settembre, quindi tra il 22 e il 24. Per la Calabria e quindi per Reggio, la data è il 24 settembre.

Giusi Princi è ottimista: “siamo pronti, noi già dal 1° settembre apriamo per gli studenti che hanno riportato insufficienze a giugno, abbiamo già pubblicato il calendario e individuato le aulee. Entro venerdì pubblicheremo anche il protocollo di sicurezza con le istruzioni a cui tutti dovranno attenersi tutti gli studenti e il personale scolastico”.

Il grande tema è quello di garantire diritto all’istruzione con l’obiettivo primario di mantenere la massima sicurezza sanitaria. La dirigente del Vinci svela un dettaglio molto importante: “l’orientamento del Governo è volto ad evitare in ogni modo possibile un nuovo lockdown in quanto non sarebbe  sostenibile per il Paese, già il primo ha provocato gravissime conseguenze economiche e sociali, abbiamo visto tutti quello che è successo. Quindi adesso l’obiettivo è quello di lavorare molto sulla sensibilizzazione e sull’etica della responsabilità sociale, fare il più possibile controlli e tamponi per individuare il più alto numero di positivi e isolare sul nascere ogni possibile focolaio, spegnendolo grazie al contact-tracking. Per questo motivo la scuola deve essere molto collaborativa, e ci aspetta un compito di grande responsabilità e impegno“.

Il Liceo Vinci si sta organizzando al meglio per rispondere a quest’esigenza: “il nostro protocollo di sicurezza richiama molto alla responsabilità di ciascuno, dal personale agli studenti. Avremo più collaboratori scolastici come personale ATA, saranno fondamentali per coprire tutte le aree e controllare tutti i ragazzi. Ci sarà l’obbligo di mascherina per tutti i ragazzi e i docenti quando non saranno in classe, quindi all’entrata, all’uscita, nei corridoi, per andare in bagno, per spostarsi all’interno dell’istituto se sono fuori dalle aule, e quindi fuori dal controllo dei docenti. Abbiamo organizzato percorsi appositi per l’ingresso e per l’uscita, ognuno in base al proprio corso, per evitare il più possibile che ci siano contatti tra alunni di classi diverse, affinchè eventuali casi positivi possano avere il più piccolo numero di contatti possibile. Ci sono docenti e assistenti che avranno il compito di monitorare i ragazzi e scrivere in appositi registri i loro contatti fuori dalle classi, quindi con altri studenti con cui non sono nella stessa aula“.

Cosa succederà se un ragazzo ha sintomi riconducibili al Coronavirus?

Il ragazzo con eventuali sintomi deve avvisare l’insegnante in aula. A sua volta, l’insegnante deve avvisare il referente Covid. La scuola avrà due referenti Covid, scelti tra i professori di educazione fisica. Una volta contattato dall’insegnante, il referente deve andare in classe a prelevare il ragazzo sintomatico, munito di mascherina, e portarlo nell’aula Covid appositamente allestita. Lì provvederà a contattare la famiglia che lo verrà a prendere e portare a casa. Qualora risultasse positivo, scatterà in automatico la quarantena per tutta la classe che proseguirà per due settimane con la didattica a distanza“.

Un sistema che ha creato tanti problemi nei mesi scorsi.

“E’ qualcosa che va superato, ma per le emergenze può essere utile. Io credo fortemente che i ragazzi si debbano riappropriare della quotidianità scolastica in presenza. La nostra esperienza con la didattica a distanza nei mesi scorsi è stata positiva, ha funzionato perchè si è registrata grande professionalità e abnegazione del personale scolastico. Abbiamo assicurato il diritto allo studio a tutti i ragazzi fornendo da subito i computer a coloro che ne erano sprovvisti, anche agli studenti risiedenti nelle  zone rosse tramite i Carabinieri. Ma la didattica a distanza non è comuqnue paragonabile a quella in presenza, mancano le relazioni interpersonali, manca il rapporto umano e il supporto didattico individualizzato del docente, requisiti fondamentali per un corretto apprendimento, soprattutto per i ragazzi più fragili. La scorsa primavera è stata l’unica alternativa, ma oggi è importante ripartire in presenza e garantire la quotidianità. Ovviamente in casi estremi la didattica a distanza  potrà essere riproposta in forma integrata, per brevi periodi, penso ad eventuali chiusure forzate per allerta meteo, a forme di flessibilità didattica o alla quarantena obbligatoria per una classe che ha registrato casi positivi”.

Come vi siete organizzati per le aule al Vinci?

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Come dicevo prima, il problema più grande è quello delle aule. Gli enti locali, che hanno la proprietà dei plessi scolastici, avrebbero potuto organizzare meglio la geografia delle scuole: ce ne sono molte che sono vuote o semi vuote, altre in cui mancano gli spazi. Invece tutti noi dirigenti siamo in evidenti difficoltà. Al liceo da Vinci, in base ad una nostra prima ricognizione dei locali, abbiamo verificato che per assicurare la sicurezza con il giusto distanziamento, le nostre aule possono ospitare una media di 17-20 alunni per ogni classe. Ma il mio obiettivo è stato quello di evitare di smembrare i gruppi classe che stavano già facendo da anni un percorso tutti insieme: sarebbe stato impossibile dal punto di vista degli organici e non corretto dal punto di vista educativo e didattico. Siamo opportunamente intervenuti con lavori di edilizia agile che hanno permesso l’ampliamento di diverse aule, grazie alla preziosa collaborazione del dirigente del settore edilizia arch. Mezzatesta. Abbiamo quindi fatto economia delle aule più grandi, utilizzando anche l’auditorium, alcuni laboratori, l’aula magna, affinchè i gruppi classe possano continuare a camminare insieme. E anche le classi più numerose, quelle di 28-30 studenti, continueranno il loro percorso tutti insieme con i loro docenti. Ho attivato i doppi turni distribuendo i corsi in due blocchi: dalla sezione A alla sezione H, dalla sezione I alla sezione S che si alterneranno mensilmente dalle ore 8 alle ore 12,10 per il turno antimeridiano e dalle ore 14:00 alle 18:10 per quello pomeridiano, con unità orarie ridotte a 50 minuti e sanificazione dei locali durante la pausa pranzo . Abbiamo fatto coincidere tutto, anche per i docenti: chi insegnerà la mattina non lo farà pomeriggio e viceversa. Grazie alla positiva interlocuzione con l’Assessorato ai Trasporti della Regione nella persona dell’Assessore Catalfamo e al Presidente della SCAR s.p.a. aldo Federico, è stato raggiunto un accordo con le aziende locali dei trasporti affinchè i servizi di mobilità si adeguino agli orari dei doppi turni istituiti dal nostro liceo, venendo incontro così alle esigenze degli studenti pendolari“.

La palestra rimane disponibile per le società che la utilizzavano negli orari pomeridiani e serali?

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Assolutamente sì, la palestra ha un ruolo fondamentale sia per gli studenti che per le società sportive che la utilizzano: lo sport è un veicolo di crescita straordinario e in ogni caso la palestra non sarebbe il luogo adatto per spostarci le classi, perchè non c’è un’acustica utile alle lezioni. I ragazzi continueranno a fare scienze motorie nel cortile all’esterno o in palestra, con il giusto distanziamento, e i locali rimarranno a disposizione delle società sportive che vorranno usufruirne per praticare la loro disciplina, come sempre accaduto“.

Aspettate l’arrivo dei banchi promessi dal Ministero?

Fortunatamente negli anni abbiamo già sostituito i vecchi banchi: a settembre, ogni anno, avevamo fatto degli ordini graduali per sostituire quelli vetusti biposto, con più comodi e flessibili banchi monoposto. Oggi al Vinci abbiamo già esclusivamente banchi monoposto, che ci consentono di garantire le distanze con l’ausilio di bande adesive a pavimento già installate. Quelli promessi dal Ministero per dare un senso di innovazione dovrebbero arrivare, ma non sappiamo quando perchè daranno la priorità alle zone con maggior diffusione del contagio della pandemia, quindi credo che da noi arriveranno per ultimi. Fortunatamente. In ogni caso ritengo siano poco funzionali  alle esigenze didattiche degli studentise, vedremo comunque quando arriveranno“.

In una lettera pubblicata nei giorni scorsi sui canali ufficiali della scuola, Giusi Princi si è rivolta così ai suoi studenti: “saranno proprio loro con la loro allegra inquietudine, con il loro entusiasmo a darci la forza di affrontare questa sfida, nonostante le difficoltà e le incertezze di percorso, per cui sono certa di potere accogliere anche quest’anno i nostri ragazzi, al termine delle vacanze estive, col sorriso sulle labbra e con l’augurio di vivere con rinnovato impegno i mesi che ci aspettano“.

Il vademecum di prevenzione anti-Covid del Liceo Vinci di Reggio Calabria:

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