Anno giudiziario, alla Corte d’appello di Reggio Calabria si è verificato un incremento pendenze. Il presidente Gerardis: “oltre al Covid, il 2020 è stato segnato anche da fatti altrettanto devastanti che hanno riguardato il mondo giudiziario”
Si è tenuta questa mattina nell’aula della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. A causa delle misure di prevenzione al contagio da Coronavirus solo 40 persone sono state ammesse a partecipare alla cerimonia, che è durata solo un’ora. Si è svolta, infatti, senza onori militari, senza addobbi floreali e tutti i magistrati hanno indossato la toga nera. “Per rendere più sobria la cerimonia – ha affermato il presidente della Corte d’appello Luciano Gerardis nel suo discorso – abbiamo anche rinunziato agli onori militari, agli addobbi floreali e persino alla toga rossa, pure previsti per quest’udienza solenne”. “Ho chiesto di partecipare all’odierna giornata alla commissaria straordinaria del Grande ospedale metropolitano e al direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asp – ha aggiunto – per potere loro esprimere anche in questa sede la gratitudine, la vicinanza, la solidarietà del mondo giudiziario per l’opera che i medici e gli altri operatori sanitari svolgono quotidianamente con spirito di servizio ed abnegazione in favore della collettività”.
Nella relazione del presidente della Corte d’Appello ha trovato spazio anche la vicenda Palamara che l’anno scorso ha riguardato il Csm. Senza mai citare il magistrato indagato dalla Procura di Perugia, Gerardis ha ricordato che c’è stato il “concreto pericolo di una crisi istituzionale senza precedenti che ha confermato la necessità di rigorosi paletti etici nell’esercizio delle funzioni pubbliche. Oltre al Covid, il 2020 – ha detto ancora il presidente – è stato segnato anche da fatti altrettanto devastanti che hanno riguardato il mondo giudiziario. Di più, si sono messe in mostra crepe pericolose per la nostra stessa struttura democratica fondata sulla tripartizione e l’autonomia dei poteri dello Stato”. “Solo il tempo – ha aggiunto Gerardis – potrà dire se sia stato colto il messaggio che il coinvolgimento dell’intero corpo magistratuale è essenziale per emendarsi da metodi purtroppo da gran tempo assai diffusi per un’innegabile degenerazione progressiva del sistema. Andrà fatta anche una piena autocritica da parte di tutti, senza pensare di poter scaricare le coscienze su condotte di singoli, i quali, pur se responsabili, hanno potuto continuare ad operare imperterriti grazie alla consapevolezza se non alla complicità e al tornaconto di molti”.
Le due sezioni dibattimentali della Corte di Appello di Reggio Calabria, dove da tempo mancano 4 magistrati, registrano un incremento delle pendenze: la prima passa da 2948 al 1/7/2019 a 2980 al 30/6/2020, avendo definito 687 processi rispetto ai 719 sopravvenuti; la seconda sezione aumenta il carico da 3610 a 3774 procedimenti, avendone definiti 556 rispetto ai 720 di nuova iscrizione. La Corte di assise di appello, avendo definito 21 giudizi a fronte di 12 sopravvenienze, porta l’attuale pendenza da 25 a 16 procedimenti. Infine la sezione di prevenzione presenta una pendenza di 163 procedure si cui 89 personali e 74 misure patrimoniali.
In materia di ingiusta detenzione, malgrado un numero di richieste in costante crescita, le 113 definizioni superano nettamente le 104 sopravvenienze, con una conseguente diminuzione secca delle pendenze (328). Risultati positivi anche in ambito civile: la sezione civile da 5047 giudizi contenziosi arriva a 4730, avendo definito 1151 giudizi a fronte di 834 sopravvenienze; pressoché stabili appaiono i procedimenti non contenziosi, passati da 75 a 82. Il settore penale del Tribunale di Reggio Calabria presenta le stesse problematiche del secondo grado. Aumentano i carichi sia dei procedimenti da trattare con rito collegiale (378 in luogo dei precedenti 330), sia quelli con rito monocratico (8999 invece di 7992), malgrado il gran numero di udienze tenute (rispettivamente 214 e 639) anche nel periodo emergenziale (52 e 95). A queste si aggiungono altre 53 udienze celebrate dai Got nel solo periodo dall’11 maggio al 30 giugno. Sono pendenti 134 procedimenti con imputati sottoposti a misura cautelare per complessivi 195 imputati; e 454 giudizi di “codice rosso” per reati nei confronti di donne e di altri soggetti deboli che subiscono violenze, maltrattamenti e atti persecutori. La sezione gip-gup ha prodotto 9756 provvedimenti, tra convalide, proroghe e autorizzazioni, in ordine alle intercettazioni; 7497 decreti di archiviazione, 1329 decreti che dispongono il giudizio; 731 udienze tenute e 141 incidenti di esecuzione, infine 54 mandati di arresto europei.