Addio al poeta Lawrence Ferlinghetti, l’aneddoto di Giada Diano: “quella volta a Scilla e il canto delle sirene”

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Scomparso a 101 anni Lawrence Ferlinghetti, grande esponente della Beat Generation. La collaboratrice Giada Diana racconta un aneddoto che lo lega a Scilla

Il poeta Lawrence Ferlinghetti si è spento nella notte del 22 febbraio negli USA, nel letto della sua abitazione, a causa di un enfisema polmonare. Il mondo piange la scomparsa di un artista brillante, uno dei massimi esponenti della Beat Generation, il movimento artistico, culturale e letterario nato in America nel secondo Dopoguerra che rifiutava materialismo, regole e schemi imposti, ma che invece abbracciava l’innovazione, sperimentava droghe e sessualità alternativa. Aveva 101 anni, ma un grande desiderio di vivere e molta lucidità nell’analizzare la situazione politica americana e quella sanitaria legata al Coronavirus.

Monteforte / Ansa

Non posso morire finchè c’è Trump” diceva a Giada Diano, sua stretta e fedelissima collaboratrice per oltre 20 anni. La donna, nata in provincia di Reggio Calabria, ha curato e realizzato diversi progetti con il famoso poeta. “Si è spento a casa, alle 21.45 della notte del 22 febbraio in America. Hanno aspettato un pochino a dare la notizia. Non stava male, ma soffriva di enfisema polmonare e questo ha creato dei problemi alla fine. – ha spiegato Giada Diano – Il viaggio durato 20 anni che ho compiuto con lui è iniziato con la biografia ‘Io sono come Omero’ pubblicata da Feltrinelli nel 2008-2009, poi ci sono stati i Diari di viaggio per la casa editrice americana Ww Norton, usciti in Italia per Il saggiatore con il titolo ‘Scrivendo sulla strada’. Poi c’è stato ‘Little boy’ e il documentario ‘Lawrence. A Lifetime In Poetry’, l’ultima cosa che abbiamo fatto insieme a Elisa Polimeni con la quale ho curato anche una serie di mostre a Roma e Reggio Calabria, l’ultima a Brescia per i 100 anni di Lawrence“.

Non solo le sue opere, anche lo stesso Lawrence Ferlinghetti fece tappa a Reggio Calabria e visitò Scilla. A tal proposito Giada Diano svela un simpatico aneddoto sul ‘canto delle sirene’ vicino al mare calabrese: “quello che non trapelava di Lawrence era il senso dell’ironia incredibile. Quando è venuto in Calabria siamo andati a Scilla e sono cominciate a suonare le campane della chiesa e lui si è messo a urlare ‘datemi il chewing gum che me lo devo mettere nelle orecchie per proteggermi dalle sirene’“. Giada Diano ha infine parlato del profondo rapporto che la lega a Ferlinghetti, dei suoi insegnamenti e dei progetti futuri: “per me è stato un po’ un nonno, un fidanzato. Una forma di amore che non proverò mai per nessun altro. L’ultimo progetto che avevamo era mettere insieme tutte le opere pittoriche che mi ha lasciato per costituire una sorta di galleria d’arte contemporanea con una permanente dedicata a lui e con spazi per altri artisti emergenti. Non lo so dove si creerà un’opportunità. Una parte è stata in mostra al Mann di Napoli. Scritti inediti non ce ne sono. Lawrence mi ha insegnato che il silenzio è sempre complicità e che la cosa più rivoluzionaria di tutti è la tenerezza. Mi ha insegnato la gentilezza e l’ostinazione del sogno“.

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