Cambiamo Reggio Calabria, Anghelone: “il Recovery Fund non risolve i problemi della nostra terra, il Ponte sullo Stretto sarebbe la svolta”

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L’Onorevole Daniela Ruffino ospite di Cambiamo Reggio Calabria durante la conferenza “Degrado e desertificazione del territorio: sinergie e strumenti di contrasto”. Il comunicato stampa

Webinar di Cambiamo Reggio Calabria sul tema: “Degrado e desertificazione del territorio: sinergie e strumenti di contrasto”. Al dibattito con il Coordinatore provinciale Saverio Anghelone sono intervenuti l’On. Daniela Ruffino, parlamentare di Cambiamo, Antonino Neto, Responsabile Provinciale Marketing e Politiche del Territorio e Cetty Scarcella, Cambiamo giovani. A moderare l’incontro, Francesco Meduri Responsabile provinciale per l’Organizzazione e lo Sviluppo Territoriale del movimento   che ha snocciolato le molteplici difficoltà che attanagliano il territorio: dalla inefficiente rete di collegamenti, allo spopolamento dei piccoli paesi interni che hanno risentito maggiormente della grave emergenza sanitaria. Fattori che, se non risolti tempestivamente, porteranno, inevitabilmente, a “morte certa” un territorio che ha tutte le potenzialità per svilupparsi.

“Molteplici sono le criticità da risolvere – ha evidenziato Anghelone – in un’Area metropolitana che conta 97 Comuni. Nel Recovery Fund è stata finanziata l’alta velocità ma si tratta di un progetto che non verrà realizzato nel breve periodo. Le cause che portano allo spopolamento dei nostri paesi vanno ricercate nella mancanza di lavoro per i nostri giovani, sono circa 20 anni che a Reggio non viene bandito un concorso. Altra nota dolente della regione è la sanità, problema divenuto atavico: subiamo 12 anni di commissariamento in cui a farne le spese sono stati i cittadini. In   merito alla viabilità, la Statale 106 che collega Reggio con l’intera fascia ionica calabrese è pericolosa e inadeguata all’aumentata circolazione stradale. La Calabria ha molti punti di forza ed eccellenze su cui bisogna investire per veicolare il rilancio come il turismo, i prodotti enogastronomici e la Zes di Gioia Tauro. Lo sviluppo del retro porto rappresenterebbe un grosso indotto lavorativo. Ma la svolta più importante è costituita dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto che creerebbe un’asse strategico con la Sicilia”.

Per l’On. Ruffino la Calabria è una regione che custodisce un territorio di straordinaria bellezza e, in primis, deve essere difeso dagli amministratori degli enti locali che sono le prime sentinelle. “Una tematica in cui è massima la mia attenzione – ha spiegato – è la scuola, in quanto, una realtà senza scuola è povera. Chiuderle significa impedire il futuro e lo sviluppo di quell’area. Riguardo la sanità, i problemi connessi ad essa sono emersi con prepotenza durante la pandemia con ospedali chiusi o distanti dai piccoli centri. È inconcepibile avere una sanità commissariata da così tanti anni, è giunto il momento di avere un assessore competente e direttori generali che sappiano gestire adeguatamente le Asp dislocate sul territorio.  Diviene, altresì, fondamentale spendere bene le risorse del Recovery Fund, che costituisce attualmente la sola opportunità di sviluppo per quelle regioni che su alcuni settori sono in affanno da anni. Purtroppo, una parte della politica che io combatto, ha una visione surreale della realtà non avendo la dovuta percezione del territorio: questo non porta da nessuna parte. Dobbiamo impegnarci affinché i calabresi abbiano fiducia in questa nuova generazione di amministratori che si sta formando e sono certa, che con persone appassionate come voi la Calabria volterà pagina. La mia Commissione di riferimento si occupa di ambiente, lavori pubblici e territorio, quindi, mi farò portavoce delle vostre istanze. Il mio invito è lavorare in sinergia nell’interesse dei cittadini: ad agosto sarò in Calabria per contribuire al rilancio ed allo sviluppo di questa regione”.

“La desertificazione ed il degrado – ha spiegato Antonino Neto – la vivo ogni giorno spostandomi per lavoro: scuole fatiscenti, plessi scolastici nuovi ma abbandonati, terreni e fabbriche lasciati nel più totale degrado. Anche l’agricoltura ha subito una battuta d’arresto. Non avendo stimoli ed incentivi, i giovani preferiscono andare via. Il compito delle istituzioni è fermare l’emigrazione giovanile offrendo nuove opportunità. Si potrebbero utilizzare edifici comunali abbandonati dove creare centri per produrre, vendere ed attuare lo stoccaggio di prodotti calabresi. Con un marketing mirato tra Comune e Regione, i paesi potrebbero tornare così a ripopolarsi tornando a produrre”.

“Le tematiche affrontate – ha affermato la Scarcella – sono comuni a tante realtà del Mezzogiorno. La convivenza con questo impietoso degrado sembra, ormai, insuperabile. Le problematiche sono svariate, dai collegamenti inadeguati, all’alta velocità inesistente, alla inefficienza in ogni servizio, alla sanità allo sbando, al mancato coinvolgimento dei cittadini nei procedimenti burocratici. Nel corso degli anni sono stati annunciati diversi provvedimenti che avrebbero potuto risolvere i problemi dei cittadini ma che si sono ridotti  in interventi tampone che hanno gestito le emergenze. Accentuata è la decadenza infrastrutturale con cui alcune aree sono costrette a vivere quotidianamente. Tutto ciò porterà ad un declino sociale ed umano. La Calabria sta diventando una regione sempre più anziana considerando che i giovani vanno via con la conseguenza che si perderanno tradizioni e cultura di intere comunità locali”.

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