Ripepi: “il Ponte sullo Stretto è sicuramente l’infrastruttura che riscriverebbe la storia del Sud soprattutto della Calabria e della Sicilia e resusciterebbe definitivamente le Citta di Reggio Calabria, Messina e Villa San Giovanni”
“Centoventimila posti di lavoro e il riposizionamento del nostro territorio, da marginale a baricentro del mondo. Il Ponte sullo Stretto è sicuramente l’infrastruttura che riscriverebbe la storia del Sud soprattutto della Calabria e della Sicilia e resusciterebbe definitivamente le Citta di Reggio Calabria, Messina e Villa San Giovanni. Un’occasione unica e forse irripetibile. O si fa il Ponte o si muore. Ho presentato una mozione, da discutere in Consiglio Comunale, che impegna il Sindaco e tutta l’amministrazione a stimolare il governo e le altre istituzioni coinvolte, alla realizzazione dell’infrastruttura che rappresenta una svolta storica di rilancio e sviluppo dei nostri territori. Poi per coinvolgere nel processo decisionale più importante della storia, i nostri concittadini, chiederò ai Senatori della Città di deliberare un referendum consultivo da svolgere nel più breve tempo possibile”. E’ quanto scrive in una nota il consigliere comunale di opposizione, Massimo Ripepi. “Un’alleanza per il ponte sullo Stretto? Sì -prosegue- finalmente si può fare una vera rivoluzione passando dallo sviluppo socio-economico del Sud. Il Ponte sullo Stretto, dopo anni di dibattiti e false partenze, è il progetto che mette tutti d’accordo, almeno quelli che amano senza riserve ideologiche il nostro territorio. E’ arrivato il momento di voltare pagina e scrivere un’altra storia per il Mezzogiorno. Un’infrastruttura come il Ponte, non solo è un biglietto da visita finalmente degno di un’Europa avanzata e prospera a tutte le latitudini, ma può scrivere la parola fine sulla questione meridionale, trasformando l’Italia, finalmente, in una vera nazione unita anche sul piano delle opere pubbliche. E’ un momento economico troppo buio, per fare gli schizzinosi e dire no ad un intervento grandioso di questo tipo, perché vorrebbe dire stracciare il futuro delle prossime generazioni, che dovranno crescere e vivere in questo lembo d’Italia. Oggi, nella condivisione univoca di un progetto, che deve necessariamente andare oltre i colori politici, si segna la sorte dell’intero paese. Quasi tutti i deputati, finalmente si sono seduti ad un tavolo, convinti che sia arrivato il tempo di esprimersi favorevolmente nei confronti di un’opera, che farà da traino allo sviluppo di un indotto economico e trasportistico senza eguali. Già dal 2005, il Ponte è entrato nell’ottica europea all’interno del corridoio Ten-t Berlino-Palermo che completando il prospetto dell’alta velocità da Helsinki a La Valletta, trasformerebbe un confine in una porta d’ingresso intercontinentale. A questo punto, l’amministrazione reggina deve fare una scelta saggia e carica di quegli obblighi istituzionali, che fino ad ora non è stata in grado di compiere fino in fondo”.
“Per questi motivi chiedo con forza, con una mozione, un voto favorevole al pari di una mano sulla coscienza, per dare seguito ad un impianto fondamentale tanto all’Europa quanto all’Italia e al Mediterraneo per la loro collocazione geopolitica, ribadendo però che il progetto Ponte è anzitutto riscatto vitale per la Calabria del Sud, fino ad oggi relegata a mera periferia povera del continente europeo. Un segnale di speranza, per i tanti giovani che finalmente potranno sognare un lavoro nella loro terra. Una illusione? Questo dipende dalle istituzioni che entrano in gioco in questa partita, a partire dal Comune di Reggio Calabria ma anche dal Comune di Messina e di Villa San Giovanni, a cui sottoporrò la medesima mozione, che devono far sentire subito la loro voce e legare a questa formidabile opera, la loro responsabilità e una pianificazione di ulteriori azioni. Bisogna riaccendere i riflettori, infatti, anche sul resto delle opere che occorrono per generare una rete coesa di servizi e imprese, necessarie per non fare apparire il Ponte un ingegno scollegato dal resto del territorio. Occorre rilanciare la funzionalità dell’aeroporto Tito Minniti come fulcro dell’area integrata dello stretto, procedere con l’ammodernamento del tratto ferroviario, creare le condizioni per il sistema metropolitano più grande del Mediterraneo, con al centro Calabria e Sicilia. Il Ponte rappresenta, inevitabilmente, la piazza favorevole su cui far transitare traffici commerciali e turistici, vantaggi economici e sviluppi occupazionali, occasioni di progresso, studio e lustro per una terra, che da sempre vive il peso dell’arretramento, dell’abbandono e della sfiducia istituzionale. Ribadisco: o si fa il Ponte o si muore”, conclude la nota.
Di seguito la mozione integrale:
Al Presidente del Consiglio Comunale
p.c.
Al Sindaco di Reggio Calabria
Al Segretario Generale
Il sottoscritto Consigliere Massimo Ripepi – ai sensi dell’art n. 43 del D.Lgs. n.267/2000 e dell’art. 44 del Regolamento per l’organizzazione ed il funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari approvato con delibera n. 8 del 26/02/2018, presenta la Mozione denominata “Realizzazione Ponte sullo Stretto” per la trattazione in Consiglio.
Premesso che
• Il ponte sullo stretto di Messina è un’opera futuribile, oggetto di accesi dibattiti relativi a costi, utilità e fattibilità tecnica, proposta con una serie di variegati progetti di ingegneria civile, approntati in decine di anni di studi, per realizzare un attraversamento stradale e ferroviario stabile dello stretto di Messina, collegando così la Sicilia con la Calabria, la penisola italiana e il continente europeo.
• Il 28 maggio 1969 fu indetto il “Concorso Internazionale di idee per il collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente” con la finalità di affrontare il problema della realizzazione di un collegamento stabile ferroviario a doppio binario e autostradale a sei corsie nel rispetto delle normative dell’epoca (circolare n.384 del Ministero LL.PP. e circ. delle FF.SS.).
• Il 17 dicembre 1971 fu approvata la Legge n. 1158/1971 “Collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia ed il continente”, che dichiarò l’opera di prevalente interesse nazionale. E successivamente, in sede di Parlamento Europeo, l’opera fu considerata di primario interesse per il riequilibrio degli scompensi regionali nell’ambito della CEE.
• In attuazione della Legge 1158/1971, nel 1981 fu costituita la società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. atta a gestire l’attività di progettazione, realizzazione e gestione in esercizio del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente. Questo dopo aver riesaminato e approfondito tutte le tipologie dei progetti premiati nel 1970.
• La società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. dal 2013 in liquidazione, ha avuto dal 1981 al 2013, per effetto della Legge 1158/71, la concessione per la progettazione, realizzazione e gestione dell’opera e, dopo alcuni decenni dedicati solo alla progettazione, a seguito di una gara di appalto internazionale, nel 2005 ha affidato l’appalto dell’opera al contraente generale Eurolink S.C.p.A. Dopo oltre 5 anni dall’aggiudicazione dell’appalto, il 20 dicembre 2010 il contraente generale ha consegnato (come previsto dal contratto di appalto) il progetto definitivo dell’opera, elaborato da società di ingegneria specializzate estere (partners di Eurolink) che avevano contribuito a definire il progetto preliminare già redatto dalla società concessionaria e messo in gara. Il progetto definitivo è stato approvato dagli enti preposti e, infine, dalla stessa concessionaria e dagli enti preposti allo scopo il 29 luglio 2011. Con la messa in liquidazione della società concessionaria, il progetto è caducato.
Considerato che:
• il Ponte sullo Stretto è da considerarsi un ponte d’Europa poiché è la porta di ingresso per l’Asia da dove arriva il commercio che diviene la ricchezza di questa terra in quanto oggetto di attenzione per tutto il Continente e biglietto da visita nei confronti del mondo.
• Tale opera può considerarsi l’occasione determinante di ripartenza per il Meridione divenendo piattaforma per traffici importanti, motivo di rilancio per i porti di Calabria e Sicilia e della nascita di un’industria manifatturiera meridionale.
• Tale opera va considerata non come fine ma come mezzo rappresentando la spinta positiva necessaria per una profonda ripartenza, elemento di cui nel nostro paese si avverte grande necessità. È sintomatico il caso del Golden Gate Bridge che, non finanziato inizialmente per non «distogliere dal bilancio pubblico i 35 milioni di dollari richiesti dal preventivo», successivamente, in pieno periodo di grande recessione rientrò tra le priorità nel robusto e visionario piano di investimenti per le infrastrutture del paese.
• Il Ponte sullo Stretto rappresenta indiscutibilmente una delle grandi opere di ingegneria e di architettura delle quali l’Italia, in termini di esecuzione, è carente e che potrebbe attrarre milioni di visitatori dai quali Calabria e Sicilia ne trarrebbero benefici notevoli sotto ogni punto di vista poichè diverrebbe il simbolo delle due Regioni e anche dell’Italia intera. Un’opera da esporre al mondo come la principale opera dell’ingegno umano del ventunesimo secolo con tutti i vantaggi economici e occupazionali che lo sviluppo turistico, di derivazione culturale e scientifico, comporterebbe.
Preso atto che
• Il ponte sullo Stretto continua ad incassare pareri positivi nell’ottica di una sua eventuale costruzione. Dopo aver analizzato gli aspetti economici enormemente favorevoli, con 101 miliardi di guadagno in 30 anni a fronte dei 7 che servono per la realizzazione, si pone l’attenzione su un altro aspetto fondamentale riguardante il problema della sicurezza in caso di terremoti, vista la storica frequenza con la quale tali eventi si ripetono nell’area dello Stretto.
Sulla sicurezza dello stesso in caso di tali calamità la conferma è arrivata da uno studio condotto da Stretto di Messina ed Eurolink, consorzio che oggi fa capo al gruppo Webuild: sono stati effettuati oltre 200 sondaggi sul terreno e 11.642 km di perforazioni nei luoghi in cui si dovrebbe costruire la struttura. Le università di Catania, Roma, Bergamo (laboratori Ismgeo) e Napoli hanno collaborato alle analisi.
Le indagini effettuate sono state sottoposte al Comitato Tecnico, istituito all’inizio del progetto, che ha sottolineato a più riprese il rispetto di tutti i requisiti. Secondo i risultati ottenuti, i movimenti tettonici nell’area dello Stretto non sono in grado di generare spostamenti superiori a qualche centimetro che non influirebbero sulla stabilità dell’opera per oltre un secolo. Le stesse oscillazioni causate da un sisma analogo a quello del 1908 non sarebbero in grado di causare il collasso dell’impalcato e dei cavi portanti proprio in ragione dei diversi periodi di oscillazione. Contrariamente a quanto spesso propagandato dai detrattori, in caso di terremoto il ponte rappresenterebbe il punto più sicuro dell’area dello Stretto.
• Il Ponte sullo Stretto, con una campata sospesa di 3.300 metri e una lunghezza complessiva di 3.660 metri, se realizzato, sarebbe il ponte sospeso più lungo al mondo. Il progetto, presentato dal consorzio Eurolink e approvato nel 2011, esiste già, anche se è stato bloccato dalla messa in liquidazione della società concessionaria Stretto di Messina spa.
• Per la sola costruzione del ponte si prevede un costo di 4,5 miliardi circa, che sale a 7,1 miliardi se si considerano anche le opere accessorie e compensative a beneficio del territorio.
Solo con le entrate erariali legate al periodo di costruzione dell’opera, nelle casse dello Stato arriverebbero 8 miliardi di euro, di cui 7,1 miliardi da contributi e imposte. Nei primi 30 anni di gestione, inoltre, le maggiori entrate per lo Stato raggiungerebbero i 107 miliardi di euro. Il nuovo collegamento, con una larghezza di 61 metri e due torri alte 399 metri, servirebbe un flusso di 6 milioni di veicoli l’anno e di 60.000 treni. E in aggiunta ci sarebbe l’impatto positivo per l’occupazione e per lo sviluppo dei territori coinvolti.
• È stata istituita dal governo una commissione di tecnici coordinata da Giuseppe Catalano, direttore dell’unità di missione del Ministero delle Infrastrutture per valutare ogni aspetto della vicenda che ha redatto una relazione frutto del lavoro di mesi da parte di esperti di primo piano che hanno messo insieme evidenze importanti sugli aspetti trasportistici, vulcanologici, economici ecc. e che sarà sottoposta al giudizio del Parlamento.
• L’estesa relazione redatta dal gruppo di lavoro stabilisce che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina che “consentirebbe anche di aumentare notevolmente la integrazione delle due città metropolitane di Reggio Calabria e Messina, che già oggi esprimono circa il 30% della domanda di attraversamenti dello Stretto. Un’unica area metropolitana integrata dello Stretto, con i suoi circa 800 mila abitanti, costituirebbe un acceleratore di sviluppo più che proporzionale alla dimensione demografica”. Il gruppo di lavoro ha, inoltre, “effettuato un confronto internazionale dei collegamenti realizzati con ponti e gallerie negli ultimi decenni. Da queste analisi risulta chiaramente che, fra le grandi isole del mondo senza un collegamento stabile e confrontabili con il caso italiano, la Sicilia ha il potenziale di collegamento in termini di rapporto fra abitanti e distanza dalla terraferma più alto, mentre esistono numerose isole che, pur possedendo un collegamento stabile, hanno potenziali di collegamento significativamente inferiori”.
tenuto conto che
• il Ponte sullo Stretto di Messina – già previsto dalla Unione Europea che nel 2005 l’ha inserito all’interno del corridoio ferroviario ad alta velocità Berlino-Palermo delle reti Ten-t e confermato nel 2013 – sarebbe, insieme all’asse Torino-Lione e al Terzo Valico dei Giovi, l’unico progetto infrastrutturale già approvato dalla Unione Europea
• La costruzione dell’opera è stata in più occasioni già approvata dalla Regione Sicilia e dalla Regione Calabria, che hanno sottoscritto gli atti di Intesa Stato-Regione con l’approvazione del progetto preliminare nel 2003 e successivamente hanno anche sottoscritto apposite intese generali quadro nell’ambito del decreto legislativo 190/2002 ed espresso entrambe pareri positivi nelle Conferenze dei Servizi sul progetto definitivo nel 2012.
• Nel programma infrastrutturale europeo, il Ponte chiuderebbe di fatto il corridoio ad alta velocità ferroviaria che va da Helsinki fino a La Valletta, che la stessa Ue chiede di completare entro il 2030. Oltre al salto tra Calabria e Sicilia, l’ultima tratta rimasta fino ad oggi scoperta nel corridoio Baltico-Adriatico era quella del Fehmarn Belt (il tunnel che collegherà l’isola danese di Holland con quella tedesca di Fehmarn), sul quale sono partiti i lavori proprio in questi giorni. Fuori dalla tratta ferroviaria europea rimane quindi solo il completamento dell’AV/AC SA-RC-PA/CT e il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia
• La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina può essere finanziata attraverso diversi fondi comunitari. Ad oggi sono infatti disponibili: circa 30 miliardi di risorse non spese del Fondo Coesione e Sviluppo 2014-2020; le risorse del Fondo Coesione e Sviluppo 2021-2027; le risorse previste dal fondo delle reti Ten-t; le risorse del Recovery Fund e quelle del React-Eu.
Ritenuto che
• il Ponte sullo Stretto di Messina renderebbe possibile la creazione di uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo. Attraverso la costruzione del ponte verrebbero messe in collegamento le aree urbane di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina e Catania, e si offrirebbe a questa vasta area la possibilità di accedere a tre impianti aeroportuali, quelli di Catania, Reggio Calabria e Lamezia
• Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenterebbe altresì uno stimolo fondamentale per la modernizzazione della rete ferroviaria in Sicilia, oltre che dell’alta velocità/alta capacità ferroviaria che dovrebbe collegare Salerno, Reggio Calabria, Messina e Palermo. Attraverso questo collegamento stabile, quella che ad oggi è una rete locale diventerebbe uno strumento strategico per i trasporti sia di persone che di merci in chiave sostenibile in quanto ridurrebbe la quota di trasporto su gomma a favore di quello su ferro, meno inquinante, così come prescritto dall’Ue.
• Investire sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina significherebbe sviluppo del Mezzogiorno per il quale, ad oggi, le risorse previste nei prossimi cinque anni, comprese le opere in corso di realizzazione, non superano i 6 miliardi di euro contro i 40 miliardi di opere previste nel Centro Nord. Un disequilibrio che tradisce la logica del 34% di investimenti complessivi da stanziare per il Sud.
• Il Ponte sullo Stretto potrebbe riqualificare e impiegare 120 mila persone, tra le quali moltissimi studenti degli Istituti professionali da formare tramite alternanze scuola-lavoro assolutamente innovative nelle nostre Regioni, da svolgere in accordo con l’impresa, nelle varie qualifiche e settori in un momento storico in cui il lavoro costituisce carattere emergenziale e considerato il tasso di disoccupazione che in Sicilia tocca il 19% ed in Calabria il 23%.
Tutto quanto sopra premesso, tenuto conto, considerato e ritenuto
DELIBERA
di dare mandato al Sindaco di concerto con la Città Metropolitana di Messina ed il Comune di Villa San Giovanni ad esprimere al Governo la loro volontà di procedere speditamente ed in modo coordinato verso il traguardo dell’annullamento della distanza tra Scilla e Cariddi affinché si valuti l’inserimento della realizzazione del ponte dello stretto come urgente priorità considerando che il progetto del ponte è stato approvato ed è cantierabile.
Il consigliere comunale
Massimo Ripepi