Ponte e la faglia sullo Stretto, Moccia (Geopop): “il rischio geologico può essere superato dall’ingegneria. Il tunnel? Un azzardo” [VIDEO]

StrettoWeb

Il famoso geologo e divulgatore scientifico ha approfondito la ricerca sulla scoperta della faglia da cui si originò il devastante sisma che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria, analizzando anche la questione relativa alla possibile realizzazione del Ponte (o tunnel) sullo Stretto

“I dati da noi raccolti sono molto importanti per chi vuole progettare grandi infrastrutture, come ad esempio il Ponte sullo Stretto, perché noi abbiamo indicato la posizione della faglia con precisione quasi atomica, tale per cui chi va a progettare sa che l’opera dovrà resistere ad un sisma di magnitudo superiore a 6.9, chiamato in ingegneria “terremoto di progetto””. Così ai microfoni di StrettoWeb il prof. Giovanni Barreca, coordinatore dello studio che ha portato alla scoperta della faglia da cui si originò il devastante sisma nel 1908. La ricerca dal titolo ‘The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake’ si rivela molto importante soprattutto nel dibattito relativo al collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Ad approfondire la questione è stato anche Andrea Moccia​, Geologo e divulgatore scientifico, che realizza video-lezioni sulla nota pagina Facebook Geopop, il quale si è posto il quesito Ponte si o Ponte no? E’ meglio il Ponte o la galleria? “Questi dati riportati nello studio del Prof. Barreca e di altri colleghi e sono risultati per nulla scontati da ottenere. La ricerca sarà una referenza per eventuali futuri progetti. Il tunnel, a livello geologico, avrebbe un rischio più alto perché attraverserebbe materialmente le faglie, magari non la West Fault, ma di sicuro un altro sistema di faglie. E in caso di attivazione di una queste faglie, se si creasse uno scalino di 2-4 metri, come avvenuto nel 1908, cosa accadrebbe? Io mi pongo la domanda, non sono un ingegnere e quindi non so se esistono dei tunnel in grado di resistere ad uno scivolamento dello scalino tettonico di quelle dimensioni, lo chiederò agli ingegneri. Nel caso del Ponte questo movimento sarebbe attutito molto più facilmente perché ha caratteristiche tecnico-strutturali per assorbirlo. Stabilire se l’infrastruttura si può fare o meno, non è una risposta che dipende da una singola persona, ma servono risposte di carattere geologico, ingegneristico, economico, sociale, ambientale. Dal punto di vista geologico il rischio c’è, quello c’è sempre, ma questo rischio può essere assorbito dall’ingegneria. Dal punto di vista tecnico c’è l’idea che il Ponte si potrebbe fare, la valutazione generale però non è solo tecnica e secondo me la galleria è un sistema più azzardato”.

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