Ma quanto era bella la coppola dei nonni? La storia del berretto simbolo siciliano, le origini anglosassoni e il suo arrivo sulle sponde dello Stretto di Messina

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E’ solo tra il tardo XIX° e l’inizio del XX° che diverse famiglie inglesi migrarono in Sicilia alla ricerca di buoni affari e portarono con sé il flat cap, copricapo ribattezzato nell’Isola e in tutto il Sud Italia come “coppola”

Il simbolo per eccellenza della Sicilia, all’epoca tanto amato dai nostri nonni e che rappresenta ancora oggi cultura e identità dell’Isola. Stiamo parlando della coppola siciliana, il classico berretto dotato di una piccola visiera e di una cupola tendenzialmente piatta o a spicchi. La sua origine è legata a due diversi paesi, che nel corso della storia hanno intrecciato vicende legate alla tradizione tessile, in particolare alla lana. E’ infatti molto diffusa l’opinione che la coppola sia nata prima in Inghilterra, dove una legge risalente al 1572 imponeva agli uomini, ad eccezione dei nobili e dell’alta borghesia, di portare solo cappelli in lana fatti nel Regno Unito, in particolar modo durante eventi particolari, festività e la domenica. Questo sarebbe servito a tutelare la produzione domestica della lana, alla base dell’economia del Paese dell’epoca.

Ma come è arrivata quindi la coppola in Sicilia? A quanto pare il flat cap, il berretto piatto che veniva identificato con quella che noi intendiamo essere la coppola, sia arrivata nel sud dell’Italia proprio attraverso una migrazione di inglesi in Sicilia. Tra il tardo XIX° e l’inizio del XX° diverse famiglie inglesi migrarono in Sicilia alla ricerca di occasioni e di buoni affari. Grandi imbarcazioni partivano dal Canale della Manica e arrivavano nell’Isola, sbarcando soprattutto a Palermo e Messina, in riva allo Stretto. Fu così che il cappello, già molto in voga oltremanica sia in Inghilterra che in Irlanda, si diffuse soprattutto in Sicilia, nella vicina Calabria, ma in generale nel sud dell’Italia. Nel nostro Paese prese il nome di coppola, derivante dal termine “cup”, in inglese “tazza” proprio per la forma che ricorda l’oggetto.

Per spirito di emulazione, dunque, i siciliani inserirono il copricapo tra i loro accessori e col tempo divenne a tutti gli effetti, un simbolo di cultura, di appartenenza alla comunità e alle sue tradizioni. La coppola era indossata da tutti gli uomini ed era sinonimo di ricchezza e quindi spesso anche associata a uomini d’onore. In particolare i “picciotti” la portavano al rovescio, alla rovescia, per dimostrare la loro spavalderia e la ribellione al conformismo. Benché nata come un cappello abbastanza pesante di lana, nel tempo sono state create molte versioni di questo cappello hanno ispirato stilisti e designer, così sono nate coppole in lino o in cotone per essere indossato in ogni periodo dell’anno.

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