Grande attesa per l’incontro con l’artista Michelangelo Galliani intitolato “Scultura lingua viva”, in programma per sabato alle ore 10.30, nell’aula virtuale dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
Grande attesa per l’incontro con l’artista Michelangelo Galliani intitolato “Scultura lingua viva”, in programma per sabato alle ore 10.30, nell’aula virtuale dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, la storica istituzione di alta formazione artistica diretta da Maria Daniela Maisano e presieduta da Francesca Maria Morabito. L’incontro curato dal critico d’arte Pasquale Lettieri rientra in un più vasto programma dal titolo Metanalisi dell’arte, inserito negli eventi Laboratorio dello Stretto per la direzione artistica di Francesco Scialò. “Michelangelo Galliani – sottolinea Pasquale Lettieri” – si colloca tra il classico e l’estrema sperimentazione, attraverso cui guardare le cose del mondo, con spirito aperto, ma anche con una grande opinione della propria individualità, che è la carta vincente, perché rende protagonisti, di lungo respiro. Il senso continuo della sua ricerca, dettato da una smania inesorabile del fare, gli detta dentro, portandolo alla contaminazione delle discipline, al confronto tra i diversi codici “creativi” esistenti, nella nostra società pluralistica, nel gioco continuo, che lo porta alla trasmigrazione senza soste, dalla scultura alla installazione concettuale, dalla pittura all’opera site specific, cogliendo in ciascuno di questi momenti, l’imprendibilità della conspiratio oppositorum, nella volontà di coniugare la leggerezza e l’imponenza, portandolo a lavorare sulla contraddizione e sul conformismo del “secondo tempo” di tutte le avanguardie novecentesche. La sua escursione, libera, fluente, sensibile, corre sempre sul filo di una tramatura forte, che attraversa tutto il suo pensiero della trasformazione, in quanto anelito di novità, fondata sulla memoria stricta e dilatata, come lezione e come scuola della qualità, del dettaglio, della corrispondenza (specifica, di quell’oggetto, di quell’opera e non generica ed intercambiabile). In questo senso la sua genialità è tempistica, opportunistica, nel saper distinguere il momento della sintesi, tra forma e contenuto, con le ragioni specifiche di ciascuna di esse, della forma in quanto involucro e seduzione del visibile, con il peso specifico del contenuto, come specularità del pensiero analitico del progetto, su quello sintetico dell’ispirazione e dell’idea”.