Anche la Romania boccia il Green Pass sul lavoro. I deputati: “l’emergenza sanitaria non giustifica la negazione dei diritti fondamentali”

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Romania: il parlamento ha bocciato una legge che voleva introdurre il Green Pass nell’ambito lavorativo

Il parlamento in Romania ha bocciato una legge che voleva introdurre il Green pass obbligatorio per il lavoro. La Romania in questo momento sta vivendo una situazione difficile per la pandemia del Coronavirus a livello di contagi e morti. I casi positivi giornalieri superano stabilmente i 15.000 da settimane in un Paese che conta 19 milioni e 300 mila abitanti e i morti raggiungono le 500 persone al giorno.

Dopo un’estate completamente Covid-free, in cui nel Paese dell’Europa orientale si erano completamente svuotati tutti gli ospedali e i contagi erano stati azzerati per oltre 4 mesi, da metà maggio a metà settembre, la situazione è peggiorata in modo drammatico. In tanti attribuivano il miglioramento alle vaccinazioni nonostante in Romania sia vaccinato solamente il 37% della popolazione nazionale ma evidentemente non erano i vaccini a determinare uno scenario così roseo nei mesi scorsi.

Per tentare di limitare il contagio, oggi è arrivato in parlamento un progetto di legge che prevedeva l’introduzione del Green Pass sul lavoro, seguendo l’Italia ma la proposta è stata subito bocciata da socialisti e liberali. Mentre in Romania il Green pass è già in vigore per alcune attività come bar e ristoranti al chiuso, e nonostante era previsto che i tamponi per ottenere il Green pass fossero gratuiti per i cittadini, i parlamentari di destra e sinistra si sono alleati in parlamento contro l’idea di renderlo obbligatorio per il lavoro affermando che  “l’emergenza sanitaria non giustifica la privazione dei diritti fondamentali dei cittadini“.

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