I più grandi esponenti del popolare calabrese (Loccisano, Megna, Gatto e altri) suonano con virtuosi iraniani. Per onorare il più grande ricercatore musicale del ‘900, che adorava la Calabria
La Calabria ha cinque tipi di zampogne diverse, ognuna con le sue caratteristiche e il suo stile. La Calabria ha una ricca dote di canti, solisti e polivocali, voci “soft”, voci “dure”, femminili e maschili. La tarantella calabrese è più complessa, ritmicamente raffinata, beffarda, dei vari succedanei in giro per il meridione, tanto che si avvicina a musiche nordafricane, asiatiche. E al blues. E l’uomo che ha reso nota questa tradizione antica, vitale, unica, e ancora non del tutto recepita veniva dal Texas.
Venerdì 10 dicembre a Caulonia (Rc), all’Auditorium Frammartino (ore 20, 45) ne avremo la prova. Ci saranno i più grandi artisti in ambito world music calabrese, come Danilo Gatto (organetto), Antonio Critelli (pipita, zampogna, frischiotti), il grande percussionista/tamburellista Andrea Piccioni, l’innovatore della chitarra battente Francesco Loccisano. E il più grande interprete della vocalità calabrese, il leggendario Salvatore Megna. Non solo. Dato che la musica calabrese è sempre vissuta e vive di contaminazioni con altre musiche, ci saranno una serie di virtuosi di musica tradizionale iraniana (Reza Samani, e Behnam Samani, due straordinari polistrumentisti). Tutti sul palco del “Frammartino” a celebrare il viaggio e le ricerche calabresi di Alan Lomax. A reinterpretare melodie, armonie (modali), ritmi, giri di frasi e parole “trovate” da Lomax nel suo leggendario tour calabrese.
Era il 1954, ma molte delle scoperte di Lomax si devono ancora capire e metabolizzare. Lomax (Austin, 31 gennaio 1915 – Safety Harbor, 19 luglio 2002) è uno dei personaggi più importanti della musica del Novecento. Già negli anni ’40 girava per il Sud degli Stati Uniti, campi di cotone, sale da ballo, bar, trascinandosi dietro un enorme registratore a disco. A volte veniva arrestato, perché le autorità non gradivano il suo interesse per la musica nera, né la sua promiscuità con la “soul people”. Nei suoi giri Lomax ha scoperto i musicisti che, in capo a un paio di decenni, sarebbero diventati i capofila della rivoluzione blues e rock. Muddy Waters, Big Bill Broonzy, sono una “sua” scoperta regalata al mondo: furono conosciuti, copiati, acclamati dai Beatles, dagli Stones, dai Led Zeppelin, tutto grazie al lavoro di Lomax. Jelly Roll Morton, “inventore del jazz”, fu ri-scoperto da Lomax in un alberghetto di New Orleans, dove teneva i conti e faceva il cameriere, e a volte suonava il piano.