La testimonianza su “Cultura e identità” del cugino del docente che ieri si è dato fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri di Rende
Michele De Simone, cugino del 33enne che si è dato fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri di Rende, in provincia di Cosenza, tramite l’associazione “Cultura e Identità”, ha smentito le voci che affermano che il docente fosse non vaccinato. “Il ‘Gigante buono’, così viene soprannominato in famiglia l’autore del tragico gesto, è vaccinato e, pur essendo contro il green pass, ne è dotato e non aveva quindi perso il lavoro” ha affermato. “Il suo gesto sarebbe dovuto a problemi psicologici causati, a quanto pare, da traumi del passato“, riporta Cultura e Identità.
“Un tragico e doloroso fatto di cronaca, strumentalizzato in modo indegno dagli uni e dagli altri e trasformato in un mistero solo perché larga parte del giornalismo ha deciso di censurarsi preventivamente“, denuncia l’associazione, che chiede “qualcuno ha letto su qualche giornale nazionale la notizia del tentato suicidio dell’insegnante calabrese davanti alla caserma dei Carabinieri di Rende? Eppure lo sfortunato ha scelto una forma eclatante, quella di buttarsi una tanica di benzina e di ustionarsi per quasi l’intero corpo. Al silenzio degli organi di stampa si contrapponeva il rumore nelle chat e sui social, dove circolava un video terribile, tra urla e paura. Cosi come la terrificante fotografia del poveretto in ambulanza. Perché questo silenzio? Perché nessun tg ne ha dato la notizia? Perché si è diffusa la voce che il gesto sarebbe nato dalla disperazione della sospensione dal lavoro, in mancanza di green pass. Una voce infondata”. “L’aria che tira nel nostro Paese non è delle migliori e questa continua polarizzazione tra sì vax e no vax sta ormai diventando una pericolosa bomba sociale che può esplodere da un momento all’altro. Purtroppo ogni giorno si registrano casi di discriminazione nei confronti di chi non è vaccinato“, sottolinea l’associazione fondata da Edoardo Sylos Labini. “Proprio oggi sulle nostre pagine abbiamo riportato la denuncia di un malato oncologico al quale è stato negato l’accesso in ospedale perché sprovvisto di green pass. E a quanto pare anche al povero prof calabrese in arrivo con ustioni sull’80% del corpo è stato chiesto il green pass. La domanda che ci poniamo è questa: se non l’avesse avuto, cosa sarebbe successo?“, conclude ‘Cultura e identità’.