Firenze riserva un’accoglienza dantesca al “traditore” Vlahovic, ma a beffare la Fiorentina è un autogol a tempo scaduto di Venuti: la Juventus passa 0-1 nella sfida d’andata della semifinale di Coppa Italia
“Non vo’ che più favelle malvagio traditor; ch’a la tua onta io porterò di te vere novelle“. “Non voglio più che tu parli malvagio traditore; infatti io porterò sulla Terra la verità di te“. L’Artemio Franchi di Firenze diventa un girone infernale, su uno striscione la citazione del XXXII canto dell’Inferno dantesco, quello nel quale il Sommo Poeta incontra Bocca degli Abati, inserito fra i traditori della patria. Neanche a dirlo, il riferimento è a Dusan Vlahovic, attaccante serbo passato alla Juventus nel mercato di gennaio.
Il suono di 10.000 fischietti ne accompagna ogni tocco di palla e il serbo ne risente per tutta la gara, salvo poi rischiare di zittire i suoi ex tifosi con un pallonetto salvato da Terracciano. In un clima da “Divina Commedia“, ironia della sorte, il “traditore” si rivela essere un altro. Dopo oltre 90′ minuti in cui la Fiorentina ha il pallino del gioco, va vicina al gol ma spreca diverse occasioni con Bonaventura e Ikonè, la Juventus trova il gol vittoria a tempo scaduto. Anzi, l’autogol vittoria. In pieno recupero un cross di Cuadrado, svirgolato da Milenkovic, finisce addosso a Venuti che non riesce a salvare il pallone prima che entri nella sua porta. Una beffa clamorosa, un contrappasso incredibile. Una Juventus sulla falsariga dell’intera stagione, bruttina e compatta, si porta a casa una vittoria preziosissima nella semifinale d’andata di Coppa Italia, con tanto di gol in trasferta che dà un vantaggio non indifferente in vista del ritorno a Torino.