Reggina, Fabbian: “io, Barella, Gnonto, il lungomare di Reggio e la coincidenza con Inzaghi”

StrettoWeb

Il giovane centrocampista della Reggina Giovanni Fabbian si racconta tra passato, presente e futuro

E’ il capocannoniere attuale della Reggina, ma è il più giovane della rosa, di mestiere fa la mezz’ala e fino a tre mesi fa non aveva mai esordito coi grandi. Giovanni Fabbian è la rivelazione della squadra amaranto: quattro reti in cinque gare, tutte al Granillo. Di testa, di rapina, in tap-in, come sabato, in occasione del 2-3 della speranza (poi vano) contro il Perugia. Il giovane centrocampista scuola Inter si racconta a Cronache di Spogliatoio, tra idoli, amici d’infanzia e il presente a Reggio Calabria.

I risultati attuali “per Inzaghi, per la gente di Reggio, per la mia famiglia e per mio nonno Gabriele, ammette. “Mi dice sempre che ho realizzato il suo sogno, diventare calciatore. Negli anni Cinquanta – il riferimento sempre al nonno – giocava libero ed era anche bravo, così Nereo Rocco cercò di portarlo a Padova. Purtroppo disse di no. Essendo l’unico maschio in una famiglia di sette sorelle doveva badare alla famiglia. Anche mio padre è fissato con il calcio. Nonostante abbia più di cinquant’anni gioca nel campionato Over 50. Fa il mediano o il terzino, se la cava ancora”. Insomma, un affare di famiglia, ma Giovanni sembra essere quello arrivato più in alto al momento. Partendo da bambino, con due amici come Gnonto e Casadei. Con Gnonto “siamo stati compagni di banco a scuola. Era il più piccolo, ma anche il più forte”. Con Casadei “l’anno scorso abbiamo condiviso l’appartamento, e in ritiro eravamo in camera insieme”. 

E Reggio? Non può che parlarne bene, ad iniziare da quella coincidenza con il suo allenatore attuale, Filippo Inzaghi: “sono nato l’anno in cui ha vinto la Champions con il Milan, il 2003. Mi sta dando fiducia, gli devo molto”. Stesso discorso per il fratello Simone all’Inter, che più volte ha portato in prima squadra ad allenarsi: “quando arrivi lì ti rendi conto che giocheresti ovunque. Se mi avessero detto di mettermi i guanti sarei andato in porta, è ovvio. Barella mi ha dato diversi consigli. Quando li vedi in tv non ti rendi conto, ma poi dici ‘sì, è realtà. Ho preso anche qualche randellata eh, ma quando capita stai in silenzio, ti rialzi e ricominci a correre”. E quindi di nuovo la Reggina, con la classe di Menez e il suo feeling con Inzaghi: “un fuoriclasse. Ricordo una giocata contro il Modena, controllo al volo di tacco e tiro. Lui e Inzaghi parlano spesso, si vede che c’è feeling. Jeremy è un esempio per giovani come me. La città di Reggio? Mi piace passeggiare sul lungomare, poi la gente è calorosa, ti fa sentire amato, quando giochi in casa non sei mai solo”.

Condividi