Reggio Calabria, oggi per il decimo giorno consecutivo in molte zone della città non s’è vista neanche l’ombra degli operatori AVR: cresce la montagna di rifiuti abbandonata in ogni portone
Mentre il sindaco Falcomatà e i suoi compari che amministrano la città da oltre cinque anni continuano a concentrarsi sulla repressione del reato di abbandono dei rifiuti, come se fosse quello il problema che provoca la sporcizia dilagante in città, Reggio Calabria è al collasso perchè oggi per il decimo giorno consecutivo gli operatori dell’AVR non passano a svuotare i mastelli che i cittadini “fessazzi” espongono correttamente, dopo aver fatto attenzione a differenziare ogni rifiuto e con l’incombenza della salatissima TARI. A tal proposito, in una situazione di totale emergenza e mancanza del servizio, il Comune ha avuto il coraggio di scrivere che “il contribuente è tenuto al versamento della TARI, anche se non riceve il relativo avviso di pagamento“. Monta la rabbia in città e i cittadini stanno organizzando proteste eclatanti e, in massa, hanno espresso sui social network l’intenzione di non pagare neanche in caso di ricezione dell’avviso di pagamento, rivolgendosi alle organizzazioni di tutela dei consumatori.
Intanto la situazione è insostenibile: in ogni portone c’è una discarica, e sarà difficile rimediare a questo disservizio anche quando verranno riaperti gli impianti. Cumuli di rifiuti sono abbandonati da giorni anche all’ingresso di molti plessi scolastici, in spregio alle più basilari norme di igiene e salute pubblica.
In questi giorni drammatici per la città, crescono i dubbi su un’enorme truffa già paventati in più occasioni negli ultimi anni dai cittadini che osservavano gli operatori raccogliere insieme i rifiuti differenziati dalle persone. Se, infatti, la Regione Calabria ha chiuso le discariche bloccando il conferimento dell’umido-organico e dell’indifferenziato, come sostengono Sindaco, ViceSindaco e Assessore, ci chiediamo perchè da due settimane non vengono raccolti neanche la plastica, la carta e il vetro, che non dovrebbero andare in discarica ma seguire la filiera del riciclo?
Non è che in realtà si tratta di una grande truffa, e stanno costringendo la gente a differenziare per ottenere i contributi europei ma poi in realtà buttano tutto in discarica? Se le discariche sono chiuse e – guarda caso – proprio in questo periodo s’è bloccata la raccolta di plastica, carta e vetro, quantomeno il beneficio del dubbio deve essere concesso. Anche perchè abbiamo provato a contattare l’Assessore Muraca e l’Avr per porgli questa domanda ma non ci hanno neanche risposto al telefono.
Mentre gli amministratori comunali continuano ad intestardirsi nella loro presuntuosissima lotta ai “lordazzi” (perchè secondo loro la differenziata porta a porta funziona e rende la città migliore, Reggio è sporca per colpa degli incivili!!!), la situazione è diventata insostenibile per l’igiene e il decoro. La realtà reggina è che qui da anni la gente paga la Tari, salatissima, differenzia, sacrificandosi, espone i mastelli negli orari e nei giorni imposti, con enormi sacrifici, e poi si ritrova la discarica dentro casa. Un sistema insostenibile e inadeguato per una città che è sprofondata in condizioni ben peggiori di quelle in cui versano i Paesi del terzo mondo.
Eppure sarebbe bastato realizzare un termovalorizzatore per risolvere immediatamente e definitivamente il problema, trasformando quella dei rifiuti da una criticità a una risorsa perchè grazie alla produzione dell’energia fornita dall’impianto, si potrebbe consentire ai cittadini di abbattere completamente non solo il costo della TARI ma anche quello di altre spese pubbliche (illuminazione, energia) che verrebbero automaticamente garantite dalla combustione dei rifiuti. Ma i termovalorizzatori lasciamoli alla Lombardia (che ne ha 13), alla Catalogna, a Copenaghen, alla Francia (che ne ha 127!) o alla Germania (dove ce ne sono 81), o ancora in Svizzera (ne ha ben 30!). Ma noi siamo ecologici e “amici dell’ambiente“, che grande orgoglio. Un ammasso di Gretini. Filosofi e chiacchieroni dell’aleatorio che evidentemente amiamo vivere nella merda ma poi ci stupiamo se quando andiamo fuori troviamo tutto pulito e ordinato.