Entra nel vivo il congresso del Partito Democratico per la scelta del nuovo segretario nazionale e classe dirigente. Tappa a Messina, al Palacultura, per Stefano Bonaccini, candidato alle primarie dei Dem e presidente della Regione Emilia Romagna: “la classe dirigente che ha governato il Pd non mi sostiene. Io sono davvero per il cambiamento e lo dico anche ai dirigenti siciliani: bisogna ritrovare il valore della militanza. Noi dobbiamo tornare a essere il partito del lavoro, rappresentato da una nuova classe dirigente”. Accanto a Bonaccini, il segretario provinciale dei Dem, Nino Bartolotta (“sono al fianco di Bonaccini”), il deputato regionale, Calogero Leanza (“Bonaccini è la persona giusta a guidare il Pd“), il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, il consigliere comunale della città dello Stretto, Felice Calabrò e l’esponente del Pd, Giacomo D’Arrigo. In sala anche Nicola Irto, segretario regionale calabrese e parlamentare e Giuseppe Marino, ex assessore della Giunta Falcomatà.
“Reddito di cittadinanza? Va assolutamente difeso nella parte di assistenza a chi è senza lavoro ed è disperato. Quando sento un politico dire che va cancellato penso che stia molto bene, perché solo un disperato può capire il valore di ricevere dallo stato un sussidio per dare da mangiare alla propria famiglia“, rimarca Bonaccini. “Qualche cambiamento va comunque fatto, bisogna assolutamente introdurre politiche attive per il lavoro”, evidenza il Governatore. “Il Ponte sullo Stretto? In questa regione c’è un problema di collegamenti stradali e autostradali che avrebbero bisogno di essere risolti, le priorità sono altre. Quali? Le politiche industriali, infrastrutturali, per il turismo”, sottolinea Bonaccini.
“L’immigrazione? Abbiamo dato una mano, l’ultimo dell’anno, a Ravenna, facendo sbarcare oltre 100 immigrati disperati. Ho detto al Ministro degli Interni Piantedosi che ogni volta che avranno bisogno, l’Emilia Romagna ci sarà. Da evidenziare che il Governo Meloni ha fatto la battaglia contro le Ong e gli sbarchi sono aumentati a dismisura rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, spiega Bonaccini. “La mia proposta di autonomia differenziata ha come scopo la programmabilità degli investimenti e il taglio alla burocrazia che di certo non aiuta gli italiani”, conclude l’esponente del Pd.
