L’uomo ha bisogno di coltivare la sua creatività e di metterla a disposizione degli altri per migliorare ciò che non va; l’arte può nobilitare e creare comunione, oltre che partecipare alla costruzione di un senso condiviso. Perciò si tratti di palloncini gialli, quindi di arte performativa, o di qualsiasi lavoro effettuato con studio e passione, è sempre un bene insegnare questo tipo di valori anziché quelli della guerra, del sangue, del nemico e della vendetta; soprattutto se in mezzo ci sono l’infanzia o l’adolescenza di centinaia di ragazzi. Arboleda con la sua idea è riuscito a coinvolgere decine di giovani artisti keniani e, insieme a loro, ha regalato questi simboli di pace e di colore a tutta la zona orientale della capitale africana cercando di dimostrare che un pallone, anche se può scappare, nella mano sta meglio di una granata.
Palloncini gialli a Nairobi per esorcizzare il rischio di nuovi attacchi
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