“Grane Padane”, puntata n° 2: “verde di sera o sulla bandiera, la padania spera”

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Credo che la Lega Nord possa e debba, nel prossimo disegno di legge di riforma costituzionale, chiedere l’inserimento della croce nella bandiera italiana”. Queste parole furono pronunciate nel 2009 da Roberto Castelli, che voleva abbattere con la croce, simbolo cristiano, “l’ideologia filoislamica che attraversa le forze alleate alla Lega Nord”. (Qui la notizia)

Per questo motivo, si pensa già da subito a fare una Crociata in Sicilia e a nominare  la Padania “Terrasanta”.

In realtà, sono già pronte le carte anche per cambiare la nomina di Roberto Maroni: da “Ministro dell’Interno” a “Gran Maestro dell’Ordine dei Templari”.

Così come l’Ordine Templare “si dedicò nel corso del tempo alle attività finanziarie, gestendo i beni dei pellegrini”, allo stesso modo la Lega Nord si dedicherà nel corso del tempo alle attività dei pellegrini, con giochi e balli di gruppo di vario genere: le ronde.

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I templari erano “identificabili per la loro sopravveste bianca, a cui in seguito si aggiunse una distinta croce rossa ricamata sulla spalla”: quelli della Lega Nord invece si riconoscono per il loro fazzolettino verde, a cui in seguito si aggiunse una distinta cravatta ricamata col Sole delle Alpi.

In seguito, La Lega Nord aggiunse al suo vestiario anche le camicie, le polo, le felpe e..

..la famosa “scarpa della Lega”. (Esiste DAVVERO!)

Come si legge, è comoda, con il sottopiede in cuoio e la suola in gomma: è interamente realizzata con pellame di vitello. Insomma un prodotto 100%  padano, anche se qualcuno ironizza sulla mamma del vitello: la mucca sarebbe stata paparazzata in Calabria, ma solo per un breve periodo.

Da qui risale appunto il famoso detto,  originariamente padano: “Non fare la vacca”.

Dal punto di vista industriale, in particolare nel settore delle calzature, il riferimento alla Padania è esplicito nello spot con Raffaella Carrà, che alla fine confessa: “E’ bello camminare in una Valle Verde”.

UNA VALLE VERDE..

Nel settore Alimentare invece, è famoso in tutta Europa, l’Olio padano “Premium”.

Da non confondere con quello “Mediaset Premium”.

Sono 250 ml e costa appena 5 euro: è ottimo per condire i cibi, ancora di più se usato per togliere via il malocchio. Essendo padano, questo è l’unico olio che, quando lo metti in acqua, non è che galleggia: sta distaccato dalle molecole d’acqua,  perchè ha già ottenuto l’indipendenza  e non vuole mischiarsi in certe cose.

Per tutti gli amanti del caffè, ecco la “Miscela di Caffè Padano”.

E’ un prodotto torrefatto e macinato, proveniente da particolari piantagioni, situate in zone altamente, altamente estranee alla coltivazione di cui la Padania è piena. E’ un caffè espresso, con crema densa e colore unito: inizialmente è marrone, ma se aspettate un paio di giorni diventa verde, creando così un gusto equilibrato, rotondo ed armonico. La degustazione è consigliata senza o con poco zucchero, ma con accanto un bravo medico.

(Se non credi che questo  possa esistere, clicca qui e controlla!)

I  coltivatori di queste piantagioni fanno sapere che ci tengono a chiarire la loro posizione, visto che “non esiste nessun legame diretto fra loro e la terra”: non si trovano testimoni oculari, nessuno li ha mai visti arare un terreno, ma ogni giorno qualcosa di misterioso cresce e viene raccolto, anche in condizioni di tempo estreme.

Da qui il famoso romanzo, scritto in padano: “L’uomo nella nebbia”.

Secondo una fuga di notizie, dopo essere stata rigettata l’idea iniziale di Castelli, verrà venduta una bandiera italiana in tinta unita.

Ma ancora c’è qualche dubbio su quale dei tre colori verrà usato.

(Questa satira è stata scritta quando ancora Roberto Maroni era Ministro dell’Interno. Adesso, per la felicità della Lega, è stato istituito il Ministero della Coesione Territoriale)

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