Biscotto a caponata

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L’arte contadina di biscottare(cuocere due volte) il pane casereccio risale a tempi ormai lontanissimi e nasce  da una parte dalla necessita’ di doverlo conservare per i periodi di magra e dall’altra di panificare  due o tre volte al mese con notevole risparmio di tempo e di legna per il forno. Poi lo si mangia secco cosi’ come e’ o inumidito con poca acqua e magari insaporito con aglio finemente tritato, origano,peperoncino, sale e olio.  Intanto gli osti nelle loro “putie” (botteghe) incominciano ad offrirlo ai clienti per “asciugare” la bocca cosa che poi faceva bere di piu’. Il passaggio in tempi piu’ recenti sulle tavole di tutti fu un fatto assolutamente naturale che apriva tutti alla fantasia della preparazione.

 “In tempi di magra tutti vogliono i dolci, nel benessere tutti chiedono piatti semplici e poveri” Anche se non proprio espresso in questi termini e’ questo un pensiero del grande Arrigo Cipriani, inventore dell’Harris Bar.

Non c’e’ niente di piu’ vero a tavola.  Ed ecco che il biscotto diventa un piatto di grande interesse nella cucina del Meridione, inventato e reinventato, e nel modo di prepararlo e nella varieta’ degli ingredienti: “u biscotto a capunata“. Personalmente lo distribuisco su un piatto da portata e lo inumidisco leggerissimamente spruzzandolo di acqua con le mani (mi piace sentirlo croccare sotto i denti), sopra ci taglio, premendoli leggermente con le mani, i pomodori e in questa stagione opto per un profumo di scalogno, un trito di peperoncino, abbondante basilico, sale e una bella annaffiata di olio. Mi piace mangiarlo insieme agli amici, dallo stesso grande piatto e naturalmente con le mani.

Detto questo tutto e’ permesso. Alcuni preferiscono preparare a parte il condimento e poi versarlo sopra il biscotto, io che sono un po’ un edonista amo invece comporlo al piatto. Aglio, origano, cipolla di Tropea, formaggio a tocchetti, olive schiacciate, tonno sott’olio, va bene tutto. Abbandonatevi al vostro gusto, preparatelo e lasciatelo riposare un paio di minuti, presentatelo ai vostri ospiti e invitateli  a mangiarlo con le mani. Il successo e’ sempre scontato anche e principalmente su chi lo assaggia per la prima volta. Non ricordo mai di un ospite o amico, marchigiano o bergamasco, piuttosto che inglese o greco, che davanti al nostro “biscottu a capunata” non si sia sciolto in apprezzamenti sulla bonta’, la semplicita’ , la meridionalita’ e l’appetibilita’ del piatto anche a volte con le lacrime agli occhi……..per il peperoncino.

 Scegliete un bel rosso corposo …….andra’ giu’ a meraviglia.

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