C’è, nella società attuale, una difficoltà all’ascolto che stimola litigiosità e violenza e anche la frase più innocente è spesso pretesto per innescare la miccia.
Lucia Annunziata non è certo una che le manda a dire: senza peli sulla lingua, dice francamente quello che pensa e manda a quel paese chi non la rispetta, chiunque questi sia.
Cerchiamo di analizzare, dunque.
Partecipando a Servizio Pubblico, la trasmissione di Santoro (da ricordare che la giornalista ha abbandonato una volta lo studio di Annozero perché non si è sentita libera di esprimere il proprio pensiero), Lucia Annunziata fa un’affermazione paradossale per sostenere la sua convinzione che ognuno è libero di dire ciò che pensa, come già in passato ebbe a dire, ad esempio, un certo Francois-Marie Arouet, detto Voltaire, simbolo della tolleranza in campo politico-sociale-religioso, che viene citato spesso in merito, richiamando il suo pensiero “non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo“.
Fermo restando che ognuno è libero di pensare qualsiasi cosa, è altrettanto vero che in ambito ecclesiale c’è molta confusione. Non è possibile che il padre spirituale di Dalla non conoscesse le caratteristiche peculiari dell’artista, come è anche noto che molti religiosi accolgono cristianamente gli omosessuali.
Senza entrare qui in un terreno minato come quello delle devianze di molti prelati, la Chiesa, come struttura istituzionale sembra arroccata su posizioni intransigenti ataviche, come se l’esperienza galileiana fosse soltanto un episodio isolato.
Lucio Dalla, Lucia Annunziata, l’omosessualità e la Chiesa: riflessioni a 360°
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