Al centro dell’indagine, il circuito relazionale di sostegno economico e logistico del latitante di massima pericolosità Domenico Condello, 56anni e latitante dal 1990, esponente di vertice della ndrangheta reggina, e gli interessi economico – imprenditoriali della cosca da questi capeggiata. Domenico è il cugino di Pasquale Condello detto ‘Il supremo’, arrestato nel febbraio 2008 dopo 11 anni di latitanza.
I 18 soggetti arrestati dai Carabinieri devono rispondere a vario titolo di:
- di aver agevolato il latitante Domenico Condello, inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “Programma Speciale di Ricerca”;
- del delitto di cui all’art 416 bis c.p., per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale denominata “cosca Condello” operante in Reggio Calabria;
- di “intestazione fittizia”, prevista dall’art. 12 quinquies L. n. 356/92, aggravata dall’art. 7 L. n. 203/91
L’attività costituisce naturale prosecuzione dell’operazione convenzionalmente denominata “Reggio – Nord”, portata a termine dall’Arma di Reggio Calabria il 05.10.2011, nel cui ambito erano stati individuati una parte degli interessi economici dell’articolazione reggina della ‘ndrangheta legata al latitante Domenico Condello – quelli relativi all’acquisizione de “Il Limoneto” – altresì documentando le modalità esecutive dell’operazione di intestazione dell’attività commerciale a soggetti “puliti”.
I carabinieri sono però riusciti ad arrestare solo 17 persone in quanto proprio Domenico Condello è riuscito nuovamente a non farsi catturare. Condello, tra l’altro, deve scontare una condanna dell’ergastolo.