Reggio, operazione ‘Ceralacca’: tutte le foto degli arrestati, avevano anche le chiavi degli uffici della provincia!

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    Avevano le chiavi degli uffici della Provincia di Reggio Calabria e della cassaforte in cui erano custodite le buste con le offerte per partecipare alle gare d’appalto. Era facile impossessarsi delle buste e manipolarle per gli imprenditori Giuseppe e Carmelo Bagala’, e per i loro figli Francesco e Giuseppe, arrestati stamani nel corso dell’operazione coordinata dalla Procura di Reggio Calabria ed eseguita dai miliari della Guardia di Finanza ribattezzata “Ceralacca”. Gli imprenditori si intrufolavano egli uffici nottetempo, prelevavano le buste con le offerte, le portano nei propri uffici dove, dopo avere spiato gli importi presentati dai concorrenti, preparano la propria offerta al ribasso. Era cosi’ che i Bacala’ riuscivano ad aggiudicarsi quasi tutte le gare bandite dalla Provincia di Reggio ma anche dalla stazione unica appaltante provinciale Suap – della cui sede erano pure in possesso delle chiavi – e, grazie alla complicita’ di alcuni funzionari, anche gli appalti della Sorical, la Societa’ Risorse Idriche Calabresi di Catanzaro che vede la compartecipazione della Regione Calabria. I Bacala’ – emerge dalle indagini – avevano anche l’ambizione di sostituirsi al socio privato della Sorical, una multinazionale francese. Nel corso delle indagini gli imprenditori sono stati ripresi da una telecamera mentre si introducevano all’interno degli uffici della Provincia con i volti coperti da maschere di carnevale che poi hanno tolto una volta all’interno, facendo scoprire la loro identita’. I fratelli Bagala’ e i loro figli sono stati arrestati assieme con 3 funzionari della Sorical e 2 dipendenti della Provincia di Reggio Calabria accusati di avere intascato denaro (ma anche cene, pranzi, e generi alimentari vari, in un caso anche un capretto) in cambio dei loro favori. “In occasione di una gara – sottolinea il tenente colonnello Gerardo Mastrodomenico del Gico della Guardia di Finanza di Reggio – abbiamo registrato il passaggio di mano di 28mila euro, distribuiti in ordine di importanza a seconda del ruolo ricoperto dalle persone che si volevano corrompere” e quando non bastava il denaro i Bacala’ ricorrevano alle minacce o alle pressioni presso politici conoscenti per far rimuovere dal loro posto i funzionari che non si prestavano al gioco. Gli imprenditori non tenevano tutto per se’: “in alcuni casi, utilizzando lo stesso sistema di manipolazione delle buste – spiega Mastrodomenico – facevano vincere altre ditte dalle quali pretendevano una percentuale sugli appalti che partiva dal 5%”. Nel corso delle indagini, avviate ad agosto del 2011, sono state vagliate numerose gare espletate dalle societa’ appaltanti coinvolte e scoperte aggiudicazioni sospette per 6 milioni di euro. Le ditte coinvolte sono state sequestrate. Si tratta della Isotech srl, e la Ediltech srl, entrambe con sede a Gioia Tauro, che operano nel settore della costruzione di edifici residenziali e non residenziali; e la Ime srl, di Reggio Calabria, specializzata nel commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, ferramenta, termoidraulica, costruzioni di edifici residenziali e non residenziali. I risultati di questa operazione sono stati presentati questa mattina alla presenza, tra gli altri, del capo della Dda reggina Giuseppe Pignatone nel suo ultimo giorno di lavoro in Calabria: dal prossimo 16 marzo prendera’, infatti, servizio a Roma in seguito alla sua nomina da parte del Csm al vertice della Procura capitolina.

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