TAV. Un professore di Fisica scrive a Monti: “Ecco le ragioni tecniche del No”

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Angelo Tartaglia (nella foto) è docente di Fisica Generale al Politecnico di Torino. Massimo Zucchetti, altro eminente ricercatore schierato contro la Tav, lo ha definito come il “migliore, il più esperto di noi tecnici No Tav del Politecnico”. Infatti Angelo Tartaglia ha fatto parte fino al 2009 dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino – Lione. Poi, si dimise, “quando l’Osservatorio divenne una palese truffa”, dice Zucchetti.

Il 4 Novembre scorso si era tenuta una conferenza al Politecnico di Torino dal titolo, non molto tranquillo, “SiTav vs NoTav”: a sostenere le tesi del SiTav, casualmente, c’erano Carlo Alberto Barbieri e Mario Villa, entrambi docenti del Politecnico di Torino, ma entrambi membri dell’Osservatorio Torino-Lione (che nel corso del tempo, ha visto insediarsi e uscire professori eminenti). Nella lettera inviata a Monti, infatti Angelo Tartaglia rivela: “Dall’inizio del 2010 il compito del nuovo osservatorio, depurato delle voci critiche, è stato esclusivamente quello di occuparsi del come fare la nuova linea e non dell’accertarne l’utilità”. In effetti, una domanda banale sarebbe: occorre davvero, per tenerci al passo con l’Europa, costruire questa Tav? La risposta di Tartaglia è negativa, ma argomentata. In quella famosa conferenza, lo spiegò con l’aiuto di fisica e matematica, che non hanno, per loro natura, partito preso.

Angelo Tartaglia spiega da subito che il preventivo per la realizzazione della Tav Torino-Lione sarà “tra i 14 e 15,5 miliardi di euro”. E si chiede: immaginando già di avere la nuova linea, quanto costa mantenerla e tenerla in funzione? “La gestione è stimabile intorno ai 400 milioni di euro l’anno”: questo vuol dire, che ogni anno, almeno questi soldi si devono guadagnare dai passeggeri che comprano il biglietto e dalle merci che si trasportano. C’è quindi un gran bisogno di entrate. Ma queste entrate ci saranno?

“Per garantire l’equilibrio economico”, spiega Tartaglia, ovvero recuperare i soldi spesi con i guadagni -“bisognerebbe avere tra gli 11mila e 48mila passeggeri al giorno”. La soglia in cui c’è maggiore probabilità è dai 20mila in su. Chiediamoci: ad oggi, quanti utenti transitano sulla linea? Perché averne tipo 18.000 sarebbe buono, dai, non male: come numeri, siamo quasi vicini.

E invece scopriamo che “sono 2.000 le persone al giorno” (anzi duemila sono i posti sui treni, quindi le persone ancora di meno perché i treni non vengono riempiti tutti). I numeri di Tartaglia fanno tremare. Questo vuol dire che quando partiamo dalla stazione, i nostri cari non devono stare sulla banchina a sventolare i loro fazzoletti, ma dovrebbero partire con noi per non piangere tutti insieme (spreco di denaro pubblico).

“La domanda non è così vivace”, spiega abilmente Tartaglia e mostra un grafico previsioni-andamento reale. Secondo l’osservatorio invece (in cui dimorano i SiTav, ma casualmente), la previsione è che nel 2053 i traffici siano di un ordine radicalmente superiore.  E Angelo Tartaglia mostra l’andamento, secondo questo grafico:

Il punto verde indica la previsione ottimistica (o forse messa lì per aggiustare calcoli strampalati), ma il punto rosso indica dove siamo, in realtà: il pubblico se la ride, di gusto. Ma i loro conti da dove saltano fuori? Perché più importante dei numeri, c’è il modo con cui essi si ottengono.

“Torno al problema dei vantaggi e degli svantaggi. Nel luglio del 2009, in occasione di un incontro con i sindaci della valle, svoltosi presso la  prefettura di Torino, l’allora ministro Matteoli affermò che sulla base di studi in suo possesso la linea storica si sarebbe prestissimo saturata (ci sono così tanti passeggeri che i treni non riescono a trasportarli tutti, ndr). Non essendo in quella sede consentito ai tecnici di prendere la parola gli scrissi subito dopo pregandolo di far pervenire all’osservatorio gli studi su cui si basavano le sue affermazioni, visto che l’osservatorio stesso non ne era a conoscenza e anzi era arrivato a conclusioni opposte. Dopo alcune settimane mi arrivò una risposta burocratica di poche righe, ma nessuno studio o documento”.

Dei numeri nemmeno l’ombra: all’opinione pubblica si dice solo “state tranquilli, va tutto bene” e passano per ottimisti, mentre il professore Tartaglia che dimostra matematicamente l’illogicità di questo progetto viene attaccato come “pessimista”: o è semplicemente realista?

Al centro della disputa, alla fine dei conti (conti che non tornano o forse nemmeno ci sono), c’è l’analisi Costi-Benefici, un documento che tenendo conto di alcuni parametri, stima l’utilità del progetto: se i benefici superano i costi, allora il progetto parte. Ma se i costi superano i benefici, il progetto “non s’ha da fare”. Anzi, secondo i calcoli di Tartaglia, i debiti supereranno tutto: l’unico effettivo problema eliminato sarà quello di trovare posto a sedere, visto che ci sono più sedili vuoti che passeggeri. Il prezzo del petrolio sta salendo ed aumenterà nei prossimi 40 anni e noi stiamo progettando dei sistemi che invece di risparmiare energia , ne sprecano di più: e sapete perché?

Perché anche uno studente del primo anno di Ingegneria sa che  “la potenza dipende dal cubo della velocità”: quindi non è vero che aumentando la velocità dei treni si risparmia in energia, anzi. Non abbiamo nemmeno un ricavo economico consistente, che giustifichi questo spreco di potenza. E allora perché stiamo insistendo ancora su questo progetto? Se lo chiede anche Angelo Tartaglia, che chiede a Monti:

“Io vorrei vivissimamente pregarla di utilizzare tutta l’autorità di cui dispone per far sì che effettivamente l’analisi costi-benefici venga pubblicata in tempi brevissimi e naturalmente anche che possa essere sottoposta ad esame critico tra pari, come è uso che avvenga negli ambienti scientifici.  Lei ha il vantaggio di non aver bisogno di ricorrere a fiumi di parole roboanti e vaghe, come è vizio della politica corrente,  e ha le competenze per cogliere la rilevanza e fondatezza delle argomentazioni che le vengono prospettate. D’altra parte credo che si renda perfettamente conto che, data la storia e le premesse di questo problema, non è possibile venirne a capo in termini di ordine pubblico.  La prego, consenta a tutti di riportare questa vicenda sui binari della razionalità, senza sconti e senza presupposti”.

Nell’attesa che l’analisi costi-benefici venga pubblicata, nella rete balza la notizia che effettivamente c’è un motivo per cui vale la pena costruire la Tav Torino-Lione. Se parti da Torino come “barbone”, arrivi a Lione come “clochard”. Proprio niente male.

Ma speriamo che “il sonno della ragione non generi mostri”. Mostri ad Alta velocità.

P.S. Ecco alcuni link con altri studi scientifici: qui.

Ecco il video della conferenza: integrale (2 ore 48 minuti) e parziale (28 minuti).

Ecco la lettera integrale scritta da Tartaglia a Mario Monti: qui.

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