I cudduraci

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Oggi abbiamo fatto i cudduraci, il nostro dolce tipico della Pasqua la cui tradizione risale addirittura alla Magna Grecia.
Ricordo che quando studiavo a Napoli, Joannis Cagidimitriu, un ragazzo ateniese mio coinquilino, rimase assolutamente sorpreso, nonche’ piacevolmente, quando li portai a Napoli al ritorno dalle mie ferie pasquali. Disse che li fanno ancora oggi anche loro e li chiamano “collorachia”. Intorno agli anni 50, quando ero ragazzino e nelle case degli italiani non c’era ancora il forno, i cudduraci si facevano in casa nel primo pomeriggio. Poi noi ragazzini, quasi in processione, li portavamo nelle teglie, tenendole sulla testa, al nostro panettiere che provvedeva alla cottura sfruttando il calore della panificazione del giorno. Si tornava a casa all’imbrunire carichi di gioia.
Ricettina:1 Kg di farina, 350 gr di zucchero, 300 gr di strutto(sostituibile con burro o margarina), quattro uova intere, 2 bustine di lievito vanigliato, mezzo bicchiere di vermouth e latte quanto basta per ottenere un composto morbidoso. Uova sode a volonta’ per la guarnizione.
Le forme sono le piu’ varie e  vanno dalla piu’ semplice treccia al cestino( u panareddu), al pesce, alla colomba,ed al cuore che le innamorate preparavano per il loro “principe” con un numero di uova tanto piu’ alto quanto piu’ grande era il loro amore.
                        Buona Pasqua a tutti.
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