Con l’imminente stagione estiva, è già tempo di prendere in considerazione possibili linee di intervento, il prof. Randazzo ritiene che: “considerata la conformazione della spiaggia e la particolare rilevanza naturalistica e culturale dell’area, non è pensabile effettuare alcun intervento rigido costituito da pennelli o da barriere frangiflutti siano esse emersi o sommersi”.
“Per l’area di Capo Peloro – continua Randazzo – si potrebbe predisporre un intervento di ripascimento artificiale, utilizzando il materiale dragato dal Canale degli Inglesi e attualmente depositato alla sua sinistra idrografica. Questo intervento consentirebbe la riapertura delle strutture stagionali che operano in quell’area e restituirebbe ai messinesi una spiaggia che fa certamente parte del proprio patrimonio culturale. Politica diversa andrebbe perseguita sul tratto litorale settentrionale: andrebbero rimosse tutte le strutture abusive e tutte le chiusure più o meno legittime del litorale, quindi la stessa base della strada andrebbe ridisegnata secondo un profilo inclinato ed eventualmente sommergibile, permettendo così all’onda di smorzarsici sopra piuttosto che esserne riflessa”.
Bisognerà quindi investire su interventi stagionali, mirati e poco costosi per favorire l’uso e la fruizione degli spazi costieri, e pensare alla delocalizzazione di tutte quelle strutture private che hanno contribuito ad alimentare il processo erosivo della costa.
Messina: erosione costeria Capo Peloro, necessarie contromisure immediate ed efficaci nel tempo
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