Il punto di forza della città dello stretto resta probabilmente la strategica posizione geografica e la bellezza del territorio, ed è per questo che appaiono fuori luogo progetti di sola natura edilizia.
Nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra una delegazione di Risorgimento Messinese guidata da Emilio Minniti e il Commissario dell’Ente Porto Rosario Madaudo, finalizzato ad inquadrare le prospettive attuali di quella che rappresenta una grande occasione mancata per lo sviluppo della città, ossia la realizzazione del Punto Franco. La collocazione geografica di Messina è posta a sei giorni di navigazione in meno dalla Cina rispetto ad Amburgo e a Rotterdam, nei cui porti approda la stragrande maggioranza di merci cinesi dirette in Europa e vi si svolgono le prime lavorazioni. La necessità di spacchettare, controllare, etichettare e imballare le merci provenienti da paesi esterni alla Comunità Europea, renderebbe il Punto Franco di Messina la prima obbligatoria “porta d’accesso” al mercato europeo. Ciò spiega il forte interesse, manifestato a più riprese in questi anni, da parte delle Camere di Commercio di numerosissimi paesi stranieri nonché da parte di importanti imprese specializzate nella prima lavorazione di diverse tipologie di prodotti d’importazione. Se infatti le attività di spacchettamento, controllo, certificazione e imballaggio delle merci, possono essere svolte nella ristretta area individuata dalla legge istitutiva del Punto Franco, un ampliamento della Zona Franca previsto nell’area di San Filippo del Mela, consentirebbe anche di depositare, trasformare e impiegare le merci in esenzione da contributi e formalità doganali. Nell’area sorgerebbero non soltanto imprese legate alla trasformazione delle merci, ma anche piccole e medie aziende che potrebbero rifornirsi di prodotti prelevandoli dal deposito franco, anche in quantitativi rapportati ad ogni singolo ciclo di lavorazione e trasformazione, libere da oneri doganali. Le potenzialità economiche ed il conseguente impatto occupazionale connessi all’istituzione del Punto Franco, sono straordinariamente rilevanti, soprattutto per un contesto “statico” come quello di Messina.
La classe dirigente risulta inspiegabilmente incapace di concepire l’importanza di progetti in grado di far nascere un’economia produttiva, uno sviluppo reale capace di autoalimentarsi. La realizzazione del Punto Franco, lo sviluppo di un centro di eccellenza della cantieristica navale, la riqualificazione dell’affaccio a mare nella Zona Falcata, possono costituire i punti fondamentali di un più complesso piano di rilancio della città, capace di emanciparsi dalla logica della cementificazione, a cui spesso sono legati fattori come speculazione e corruzione. E’ necessario raggiungere una costruttiva sinergia tra le differenti potenzialità di sviluppo che la nostra realtà offre, uscendo da quello stato di immobilismo che caratterizza da anni il nostro contesto.
Risorgimento Messinese incontrerà nelle prossime settimane gli Assessori Regionali alle Attività Produttive e all’Economia Marco Venturi e Gaetano Armao, al fine di porre il tema della realizzazione del Punto Franco di Messina al centro dell’agenda di governo regionale.
Messina: realizzare il “Punto Franco” per rilanciare l’economia
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