Palermo. Evacuate scuole e uffici, la terra trema due volte

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Mattinata caotica a Palermo dopo la forte scossa di terremoto avvertita alle 8.21. Le scuole non hanno fatto entrare gli studenti, e in quelle dove la campanella aveva già suonato le aule sono state sgomberate precipitosamente. Gli uffici pubblici sono stati evacuati, e solo ore dopo gli impiegati sono tornati al lavoro. Non si segnalano danni, ma la città ha vissuto un risveglio di paura. Decine le telefonate pervenute ai centralini dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine.

Oltre che a Palermo, il sisma, di magnitudo 4.3 con epicentro in mare, è stato avvertito dalla popolazione in diverse località dell’isola, fino a Trapani, e anche sul versante Sud della Sicilia, a Mazara del Vallo e Alcamo. Alla prima scossa ne è seguita una seconda di magnitudo 2.4 alle 8.44. Gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma stanno rilevando scosse di assestamento che non sono state avvertite dalla popolazione perché registrate in alto mare e a una profondità di oltre 15 chilometri.

Il terremoto sarebbe stato generato da un un sistema diverso da quello che attiva le faglie ben note lungo la costa settentrionale della Sicilia. Il sistema di faglie più conosciuto, e nel quale i terremoti sono abbastanza frequenti, si concentra infatti nella zona compresa fra 20 e 40 chilometri dalla costa, ed è attivato dal movimento di compressione generato dalla placca africana, che spinge verso Nord, scontrandosi con la piccola placca tirrenica. Ma nel terremoto avvenuto oggi a 10 chilometri dalla costa è entrato in gioco un meccanismo diverso. «È stato attivato da un movimento di tipo distensivo», ha spiegato il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Un movimento cioè simile a quello che avviene nell’Appennino e all’origine dei terremoti che colpiscono quella zona, da quello dell’Irpinia all’Umbria, a L’Aquila. Lungo le coste della Sicilia, ha proseguito il sismologo, «è avvenuto un processo di deformazione interno, in una zona poco nota, nella quale la sismicità non è frequente e difficile da studiare». Mancano infatti anche documenti storici che permettano di ricostruire una statistica: «molti terremoti avvenuti fra ‘700 e ‘800 nelle zone di Palermo, Cefalù e dei monti Nebrodi – ha osservato Amato – sono stati infatti localizzati sulla costa sulla base delle descrizioni storiche, ma molti di essi potrebbero essere avvenuti in mare».

Solo un pò di paura ma nessun pericolo reale dopo le scosse di terrmoto per Igor D’India, il filmaker palermitano che da 19 giorni vive in una grotta di Monte Pellegrino a 25 metri di profondità con l’obiettivo di restarci per un mese. Lo speleonauta è controllato a distanza, 24 ore su 24, da uno staff del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico con tre operatori radio che si alternano nei turni di guardia per i contatti, un medico e tre tecnici pronti a raggiungerlo in pochi minuti.

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