Lo scandalo della Chiesa: il Vaticano come la Lega cerca capri espiatori e persevera nei suoi peccati/reati

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Ho letto Sua Santità il bel libro di Gianluigi Nuzzi sulle “Carte Segrete di Benedetto XVI“. L’ho letto tutto d’un fiato: il lavoro è pregevole, la lettura  scorrevole, il linguaggio chiaro e comprensibile anche ai non addetti, e ha richiesto sicuramente all’autore sforzi importanti e notevoli rischi, e coraggio, tanto coraggio per entrare nelle segrete stanze benedette dello Stato Vaticano. Il lavoro di Nuzzi non mi ha stupito e la conclusione della lettura ha generato in me una sensazione di grande sconcerto: per quanti sforzi faccia, infatti, personalmente non riesco a capire la reazione ufficiale dello Stato della Chiesa. Come se indicando un colpevole si eliminassero i fatti accaduti realmente. Ho usato la parola colpevole: ma di cosa? Vero o presunto che sia stato Paolo Gabriele a fornire i documenti a Nuzzi non capisco quale reato abbia commesso e di quale peccato possa essere chiamato a rendere conto. I fatti descritti da Nuzzi sono quasi tutte cose note già da tempo e dei quali la stampa aveva informato. L’autore di “Sua Santità” ha dato un crisma di ufficialità raccogliendo in maniera organica documenti originali che non possono lasciare dubbi. Forse che il Vaticano possa pensare di lavarsi la coscienza perseguitando come capro espiatorio questo e quello giusto per ingannare ipocritamente i seguaci in buona fede? Cadono sul patibolo, per un verso o per l’altro, il “cameriere“, Paolo Gabriele e il banchiere Gotti Tedeschi, in attesa di altri ricercati. Non serve una preparazione particolare, basta leggere con solo un pò di attenzione la storia, quella più antica e quella attuale, per essere coscienti che il Vaticano ha usato il potere temporale per affermare nel mondo il suo prestigio come Stato Sovrano Assoluto, mentre al suo interno è dilaniato da vere e proprie faide per avere il controllo dei diversi potentati, senza dire di corruzioni e reati diversi, tra i quali emerge con disgusto la pedofilia, la gestioni di fondi con una istituzione bancaria, lo IOR, molto discussa, e il silenzio omertoso  su gravi fatti criminosi, Emanuela Orlandi, de Pedis, e quant’altro, nascosti, tutti, in un pozzo malsano. Naturalmente la collocazione dello Stato cattolico in Italia e l’incapacità dei politici italiani ha permesso che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana si ingerisse negli affari italiani condizionando la politica della penisola con buona pace della concezione “libera Chiesa in libero Stato“, un sogno di libertà che per l’Italia rimane un miraggio.

Il mio sconcerto aumenta perchè non riesco a capire come faccia la Chiesa e per essa, naturalmente, Sua Santità e i suoi collaboratori, a non capire che è sbagliato perseverare in errori e peccati gravissimi, mortali (questi sì) cercando di continuare a nascondere ipocritamente la verità. Ma la Chiesa non ha il compito precipuo di cercare e predicare il Verbo, la Verità, il Vangelo? E nel libro di Nuzzi nemmeno una parola di spiritualità e di cristianesimo, ma solo affari e interessi.

I media di questi giorni, allineati e coperti, si scagliano ad otto colonne sul corvo e sulla talpa, due animali che nell’immaginario collettivo richiamano eventi negativi, come dire che siamo sempre alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina, ignorando il principio del beneficio del dubbio, del garantismo, del rispetto della dignità della persona umana, sempre e comunque e privilegiando la confusione e il capovolgimento dei fatti, per cui spesso la vittima diventa carnefice e il carnefice viene esaltato come vittima.

La Chiesa ha, secondo me, tradito il messaggio di Gesù Cristo preferendo Mammona e seminando zizzania.E il Papa dovrebbe avere il coraggio di recitare un grande mea culpa, invitare alla conversione moltissimi ecclesiatici, spogliare la Chiesa di tutti i beni materiali, eliminare le ambizioni personali, abolire le gerarchie clericali e trovare una dimensione di umiltà e forza con le quali operare una rivoluzione profonda nei comportamenti e dare scandalo: di umanità e non di perversione.

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