Messina: Atm, punto di non ritorno, si temono pignoramenti per oltre 6 milioni

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All’azienda di via la Farina non basteranno interventi tampone, come la somma di 1,8 milioni stanziata due sere fa dalla Giunta. Interventi del genere non possono essere sufficienti a mascherare il vuoto economico prodotto fin qui dall’Amministrazione. Alle porte ci sono pignoramenti per almeno 6 milioni di euro, si chiede l’aiuto di una Regione che da due anni chiede un piano di trasformazione in Spa e qual è l’ultima risposta dell’assessore Capone? “Stiamo lavorando“. Eppure la delibera approvata dal consiglio comunale con cui si dava il la all’iter di messa in liquidazione parlava chiaro: scadenze precise, entro il 28 aprile statuto e piano industriale della NewCo , poi la liquidazione e nel giro di un anno sarebbe stato possibile “ricomiciare da zero”. Il 28 aprile è passato ma non c’è traccia né dello statuto né del piano industriale. Non si sa nemmeno chi se ne stia occupando, visto che pure il commissario dell’Atm, Santi Alligo, ha dovuto allargare le braccia e ammettere di non saperne nulla.
La somma di 1,8 milioni, rimane purtroppo un tampone, e nulla più. La delibera approvata dalla Giunta rammenta che per i mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio erano già stati già effettuati impegni di spesa per 6,5 milioni di euro e liquidati all’azienda, al netto degli accantonamenti per le spese di esercizio 2012, 5,9 milioni. Gli 800 mila euro in più stanziati dalla Giunta (che sommati al “dodicesimo” già previsto totalizzano, appunto, 1,8 milioni) sono in conto anticipo della mensilità di giugno 2012. Tutto ciò per pagare lo stipendio di marzo. Ad oggi per l’Atm, nel 2012, sono previsti 16 milioni. Gran parte sono stati già spesi e ancora si deve pagare aprile. Il resto, (ammesso che ci sara’) arriverà solo a bilancio di previsione approvato.
Nei giorni scorsi dallo stesso Alligo e dal direttore amministrativo dell’Atm Garufi è arrivato un vero e proprio grido d’allarme lungo tre pagine. “La gravità della situazione finanziaria – hanno scritto i due a fine aprile – si è ulteriormente acuita in modo tale da pregiudicare quasi definitivamente l’erogazione del servizio di trasporto pubblico“. I due hanno spiegato che col contributo mensile di aprile del Comune è stato pagato il solo stipendio di febbraio. Niente contributi per marzo (400 mila euro), niente acconto Irap (550 mila euro), né ritenute Irpef relative a dicembre 2011 (254 mila euro) e gennaio 2012 (293 mila euro), né ritenute varie per 191 mila euro. Con queste promesse, il rilascio del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) è un’utopia.
Ma il vero dramma è rappresentato dai pignoramenti. Il rischio imminente è che vengano avviate azioni giudiziarie per 6 milioni di euro, con relativi pignoramenti alla “fonte”, la Regione. Ciò comporterà la perdita della seconda, della terza e della quarta rata del contributo regionale per il 2012 e, scrivono Garufi e Alligo,   “il fermo totale per alcuni mesi del servizio di trasporto pubblico“. Né è dato conoscere a tutt’oggi “modalità e tempi certi per l’erogazione del contributo alla tranvia dal 2003 al 2009“, ossia i famosi 9,1 milioni di euro. L’elenco dei creditori è molto lungo. Sappiamo già delle Bredamenarinibus (che ancora vanta un credito di 2,1 milioni), poi Mediterranea Autobus (150 mila euro), Comeco (482 mila euro), CircumEtnea (380 mila euro), Siciliana Carbolio (20 mila), PointService (16 mila). Tutto ciò ha bloccato per intero la prima trimestralità della Regione. Poi c’è la Q8 Quaser srl (1,1 milioni), l’Esperia srl (1,1 milioni), Alstom (745 mila euro), Ventura (2,2 milioni, già congelato un primo pignoramento), senza contare l’impossibilità ad onorare le rate mensili delle varie transazioni con i fornitori e persino le bollette Enel, Telecom, Edison e Amam. Alla data del 30 aprile, tirando una linea, l’Atm necessiterebbe di 4,8 milioni. Secondo Alligo e Garufi il Comune dovrebbe adottare un’urgente anticipazione straordinaria di 4 milioni (maggio, giugno e luglio 2012) e riconsiderare i 2,3 milioni di rimborso per l’anticipazione del 2008. Sarà da capire se il Comune, che in quanto a liquidità non gode di particolare disponibilità, potrà avviare una manovra eccezionale per salvare dal baratro il trasporto pubblico messinese.

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