Messina: in attesa degli stipendi arretrati, domani scioperano i lavoratori di Messinambiente

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I 500 lavoratori di Messinambiente, stanchi di dover ogni mese elemosinare lo stipendio, sciopereranno per tutta la giornata di domani. “A nulla – spiega Silvio Lasagni, segretario provinciale della Uil Trasportiè valso l’incontro avvenuto ieri in Prefettura, che ha visto seduti a un tavolo il Capo di Gabinetto del Palazzo del Governo, Natalia Ruggeri, il commissario liquidatore dell’ATO3, Antonio Ruggeri, assistito dal suo legale, l’avvocato Marcello Scurria, il commissario liquidatore della Messinambiente SpA, Armando Di Maria, e le parti sociali, per esperire la seconda fase delle procedure di raffreddamento relative alla proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori”. “ Un incontro – polemizza Lasagniche invece di raffreddare gli animi ha esacerbato gli scontri, fomentati dall’atteggiamento di sufficienza assunto dai vertici dell’Ato3 che nel corso della riunione con le loro dichiarazioni, e con le accuse infondate verso il sindacato, non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco. Se a questo aggiungiamo la forte preoccupazione riguardo le dichiarazioni esternate dal liquidatore di Messinambiente in merito al possibile rallentamento del servizio, già a partire da oggi, dovuto alla carenza di liquidità e all’impossibilità di onorare i debiti assunti con i fornitori, dichiarazioni con le quali Di Maria senza troppi giri di parole paventava il prossimo stop dei mezzi, il quadro diventa catastrofico.”
Quanto sta avvenendo – conclude Lasagnidiscende dalla diretta responsabilità del Sindaco il quale a fronte di un contributo mensile fissato in 2 milioni 400 mila euro permette, con noncuranza, che il comune, socio unico della Messinambiente, versi alla Società appena 1 milione 870 mila euro al mese. Altro che illegittimità della indizione dello sciopero, e conseguente richiamo ad un intervento prefettizio, se quanto dichiarato da Di Maria dovesse verificarsi ci sarebbero gli estremi per un intervento della Procura della Repubblica per premeditata interruzione di pubblico servizio e procurata emergenza sociosanitaria”.

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