La storica controversa situazione (pianta organica, equiparazione ecc.) è stata ampiamente superata, in termini negativi, dalle circostanze che si sono consolidate a seguito della decisione della riduzione del contributo regionale, che è, oggi, determinato nella cifra 5.500.000 euro.
La dinamica della riduzione del contributo ha portato l’Ente a dichiarare il blocco della programmazione sino alla fine dell’anno e getta un forte condizionamento sugli anni a venire.
Ulteriore conseguenza di tale scenario è la perdita degli incassi derivanti dallo sbigliettamento e dagli abbonamenti, incidendo negativamente sul bilancio per il prevedibile importo di un altro milione.
I primi lavoratori esposti a questa nuova condizione di precarietà saranno i lavoratori a tempo determinato, (macchinisti, elettricisti, sarti, attrezzisti, truccatori ecc.) ed i professori di orchestra, a cui ribadiamo il nostro impegno e sostegno solidale: il blocco delle attività creerà la condizione di impedire il rinnovo dei contratti di lavoratori che da almeno 15 anni, pur in condizione di precarietà, si sono sostenuti con quel magro e discontinuo reddito.
All’interno di questa dinamica si vanno evidenziando contrapposizioni marcate tra i livelli di responsabilità fra Regione e Teatro, come si evince dalle dichiarazioni dell’Assessore Tranchida e dagli atti e dalle dichiarazioni del Cda dell’Ente, nell’assordante silenzio della deputazione messinese all’ ARS, della Giunta Comunale e Provinciale.
Il consolidarsi di questi contesti, fortemente temuti da queste OO.SS. che hanno sempre puntato sulla sinergia e sulla convergenza di tutti i soggetti, siano essi di provenienza politica o sindacale e burocratica, crea enorme inquietudine e disagio in ogni lavoratore, ed espone tutti al rischio della strumentalizzazione di chi utilizza la verità senza servirla, allontanando tutti dal centro delle questioni: il lavoro è un diritto ed è un dovere costruirne o mantenerne la concreta possibilità.
Siamo seriamente preoccupati per il gioco delle appartenenze, la cui dinamica tira la coperta, corta, in ogni dove senza coerenza e senza responsabilità, secondo il gioco delle parti.
La Fistel-Cisl e la Fials Cisal invitano le rappresentanze politiche e sociali, la cittadinanza tutta a partecipare alla protesta che sarà messa in atto dai professori d’orchestra, sabato alle ore 19.00, nel piazzale del Teatro Vittorio Emanuele, anche se le altre OO.SS. proponenti la manifestazione (SLC e Uilcom), hanno inteso escludere, frammentandolo, il fronte sindacale. “Cui prodest ?”
Noi crediamo che sia un errore porre la condizione di appropriarsi, soltanto mediaticamente, della gestione dei problemi dei dipendenti del Teatro V.E. con abili azioni, innescando una lotta tra poveri assolutamente fuor di luogo e non coerente la realtà dei fatti.
Comunque, utilizziamo anche queste circostanze, per unire la nostra voce a qualunque altra voce che dica le stesse cose che affermiamo da sempre, continuando ad agire per unire e non per dividere, consapevoli che in questa partita si giocano le sorti del futuro della cultura e dei lavoratori tutti del Teatro V. E.., e non certo le visibilità delle bandiere.
Siamo convinti che, mentre si fanno le opportune manifestazioni di protesta, bisogna costruire tavoli di trattativa, di confronto, di mediazione, di costruzione di percorsi, e invitiamo tutti ad agire in coerenza con queste riflessioni evitando di dare sfogo all’istinto di farli saltare, pur con motivazioni legittime e condivisibili, perché questo è proprio il punto di massima debolezza dei percorsi sindacali e il punto di massima libertà d’azione delle controparti, locali o regionali che siano“.
Messina: sindacati preoccupati dalla situazione del teatro Vittorio Emanuele
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