Musica – Kekko parla del suo libro “Come un pittore”

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Kekko, quando hai trovato il tempo per scrivere questo libro?
“È nato per caso, in concomitanza con la nascita di mia figlia. Sono oltre 30 capitoli scritti da dicembre a febbraio, in soli tre mesi. Ho una casa a due piani, di solito lavoro in taverna, ma non volevo staccarmi da Gioia. Avevo solo un computer ed è iniziato così il mio sfogo, perché era da tempo che dovevo ordinare e metabolizzare tutto quello che è successo in questi ultimi anni”.

È stato scritto al computer o hai appuntato qualcosa su carta?
“Avevo così tante cose da dire che sarebbe stato impossibile buttarle giù tutte a mano. Il libro è totalmente mio, ma è la band che mi ha aiutato nel percorso di scrittura. Ogni giorno inviavo via mail una parte a loro, intorno alle tre di notte, e la mattina mi ritrovavo i loro commenti, i suggerimenti per migliorarlo. Si erano talmente appassionati a questo appuntamento che quei giorni in cui non mandavo materiale, sulle loro e sulle nostre vite, si arrabbiavano”.

Ha dato il via a una carriera da scrittore?
“La mia priorità rimane sempre la musica. Ma sono sempre stato molto attratto dagli altri media. Per esempio, non escludo di poter fare qualcosa nel cinema, è un pianeta che non ho mai toccato con mano e mi piace molto. Per ora ho rifiutato molte proposte per fare un film da grandi registi italiani, uno anche di respiro internazionale. Non volevo rovinare tutto facendo qualcosa per cui non sono preparato”.

Chi ha letto per primo l’opera finita?
“Il mio migliore amico Sergio detto “Tarim” e mia sorella. L’ho dato anche a mio padre, ma la prima parte parla di una scazzottata sotto palco a Como. I toni erano un po’ forti e a lui queste cose danno fastidio. Mi ha detto che adesso lo leggerà”.

C’è un passaggio cui tiene di più?
“Più di uno. In particolare tutto ciò che riguarda la mia vita di ragazzo, quando mio padre, mentre facevo la legna, mi consigliava di non guardare a quanti rami c’erano ancora da tagliare, ma a come ordinata e importante sarebbe stata la catasta dei ceppi. Una lezione di passione e pazienza che per un gruppo diventato famoso al quinto album, è stata quasi una profezia”.

Con Emma, dopo le recenti tensioni post Sanremo tutto bene ora, vero?
“Sì, il mio è stato uno sfogo fatto da una persona che non odia, ma che la ama, nel senso più umano e amichevole del termine. Purtroppo sono un sanguigno, ho pagato facendo la figura del bambino capriccioso, dello stupido anzi. Ma sono umano: so fare cose buone, ma a volte sbaglio, come tutti”.

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