Processo Cuffaro: per la Corte d’Appello “illegittimo il secondo procedimento”

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Il secondo processo per associazione mafiosa, che vedeva imputato l’ex-governatore della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, “si pone in aperta dissonanza rispetto alle regole di legalità, ordine ed economia del procedimento, che non possono prescindere dalla salvaguardia dei criteri di razionalità, certezza, immediatezza e concentrazione del giudizio e della relativa decisione“. E’ quanto si legge nelle motivazioni depositate oggi e riguardanti la sentenza del 20 giugno. Cuffaro, che già sta scontando 7 anni di reclusione per il medesimo reato, è stato assolto con la formula “ne bis in idem”. Ovvero perché già processato e condannato con le stesse motivazioni. Critici nei confronti dei pubblici ministeri Nino Di Matteo e Francesco Del Bene i giudici della Corte d’appello di Palermo, secondo i quali il processo “non risponde ad una strategia accusatoria meritevole di considerazione, nè ancor prima all’interesse pubblico, perseguito attraverso le determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale“. Non sembrano esserci quindi i margini per un ulteriore ricorso in Cassazione.

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