Roma: il laboratorio della polizia scientifica va in fumo, distrutti alcuni reperti dell’attentato di Brindisi

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Esattamente 7 giorni fa, alle 4 del mattino, scoppia un incendio nel laboratorio della polizia scientifica all’interno della Direzione Centrale della Polizia a Roma. La notizia sembra essere trapelata solo nelle ultime ventiquattr’ore.
Sebbene non si escluda del tutto l’origine dolosa dell’incendio, gli inquirenti appaiono decisi sulla causa del rogo, si tratta di Caronte, l’ondata di caldo che la settimana scorsa ha investito l’Italia, ergo……autocombustione.

L’intervento dei pompieri ha evitato che le fiamme si propagassero ma, al tempo stesso, ha causato danni ai reperti custoditi in laboratorio. Tra questi, vi erano prove e documenti  relativi al caso dell’attentato di Brindisi in cui ha perso la vita Melissa Bassi. Fonti interne della polizia riferiscono che la prova inerente all’imputato Vantaggiato, sarebbe già stata campionata quindi, non ci dovrebbero essere conseguenze per il processo.

La storia della nostra amata Italia ci insegna che i “grandi attentati”, quelli che tengono con il fiato sospeso l’intera popolazione, hanno sempre un lato oscuro. Probabilmente il caso di Brindisi non rientra tra questi, ma alcuni aspetti della storia potrebbero avere una chiave di lettura diversa da quella fin qui adottata.

Il luogo scelto per l’esplosione, l’istituto Morvillo Falcone, che ci piaccia o meno l’idea, è inevitabilmente un nome che fa pensare alla lotta alla mafia. La rapidità con la quale si è arrivati all’attentatore Giovanni Vantaggiato; l’attentato si consumò la mattina del 19 maggio, mentre la confessione dell’attentatore leccese divenne pubblica dopo appena 18 giorni, il 6 giugno scorso.
Adesso questa strana scomparsa dei reperti della Polizia di Roma a causa di un incendio avvenuto “quasi sicuramente per motivi accidentali”.

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